Arriva tardi a scuola per i treni cancellati, 17enne lancia la protesta: «Con i pendolari ci rifiutiamo di mostrare il biglietto»

Il racconto di Matteo: «Da quando è girata la notizia di questa protesta il biglietto non lo chiedono più»

«Se il controllore chiede il biglietto o l’abbonamento dobbiamo rifiutarci di mostrarglielo». È questo l’appello che Matteo Philippe, studente 17enne del liceo Umberto Eco di Alessandria, sta rivolgendo a tutti i pendolari dei treni. Una forma di protesta contro il «servizio disastroso» offerto dalle ferrovie che lo hanno portato a rivoltarsi contro i continui ritardi e cancellazioni dei convogli. In particolare, il 17enne la mattina dovrebbe prendere quello da Casale Monferrato alle 6.45, così da poter essere a scuola per le 8. Stanco dei disservizi ha deciso di lanciare una petizione e di distribuire volantini in stazione. Oggi racconta a la Repubblica, che ha raggiunto già 500 adesioni. Un numero, a suo avviso, destinato a crescere. Sollecitato su quale sia la reazione del controllore alla mancanza di biglietto risponde: «Potrà sembrare curioso, ma non abbiamo ancora avuto l’occasione di verificarlo. Da quando è girata la notizia di questa protesta il biglietto non lo chiedono più. Sarà che hanno capito che i pendolari sono stufi e forse preferiscono evitare discussioni».


La reazione degli altri pendolari

I disservizi dei treni hanno ricadute sulla sua vita scolastica. Da quando ha iniziato la scuola ha saltato la prima ora sei volte solo per i ritardi dei convogli. «E sono solo sei perché a volte è miopapà ad accompagnarmi in a macchina quando lo chiamo per dirgli che il treno è cancellato. Parlo solo dell’andata, i rientri non li conto», aggiunge a colloquio con Sara Strippoli. Quanto agli altri pendolari riporta che «alcuni mi hanno ringraziato e raccontato i loro disagi. Altri mi guardano un po’ scettici, non credono che un ragazzo della mia età possa cambiare le cose. Sulle loro facce leggo la perplessità “disilluso, ma cosa credi di fare?”». Meno sostegno invece dagli studenti: «Quando ho messo la petizione sul sito Instagram, non quello ufficiale della scuola ma quello di noi studenti, ho avuto zero firme. Ci sono rimasto un po’ male, devo dire la verità, mi aspettavo solidarietà dai miei compagni. Però dopo che sono usciti i primi articoli, una insegnante mi ha fatto i complimenti». Intanto, Matteo non demorde e prosegue la protesta. Tra le richieste c’è quella di avere almeno una mensilità di abbonamento rimborsata. «Ed è ancora poco – aggiunge. Non si fa altro che parlare di mobilità “green” e poi nel 2023, per arrivare puntuale a scuola si deve prendere l’auto».


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