Bollette, verso il mercato libero dell’energia: come difendersi dalle truffe

Dal 10 gennaio si cambia. Attenzione a truffe porta a porta, email, online e via telefono

Il campanello suona, e alla porta si presentano due sedicenti operatori dell’Enel. È così che ha inizio una delle truffe più comuni che prendono di mira gli insoddisfatti del proprio contratto energetico, portandoli con l’inganno a sborsare ingenti somme di denaro spesso con la promessa di cambiare il proprio contratto con uno più conveniente. Si tratta di truffe che esistono da decenni, ma il passaggio obbligatorio al mercato libero dell’energia rischia di far crescere considerevolmente il numero delle operazioni truffaldine, a scapito dei clienti ignari. Tra maggio 2022 e maggio 2023 sono stati 4 milioni gli italiani vittime di truffe legate alla fornitura energetica, secondo un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat citata dal Sole 24 Ore. Si tratta di un incremento del 28% rispetto all’anno precedente, con un danno economico, più che raddoppiato (+152%) rispetto alla precedente rilevazione, di 1,2 miliardi di euro. In questo articolo analizzeremo i tipi di truffe più comuni per capire come difenderci e come riconoscerle.

Cos’è e quando entra in vigore l’obbligo di passaggio al mercato libero dell’energia

L’obbligo di passaggio al mercato libero dell’energia, argomento trattato nel nostro approfondimento, rappresenta una disposizione normativa che impone agli utenti finali di energia, siano essi consumatori domestici che aziende, di abbandonare il regime di mercato di maggior tutela e di aderire al mercato libero dell’energia. Questo processo viene attuato per favorire la concorrenza nel settore energetico, promuovendo l’efficienza, la trasparenza e l’innovazione. Nel mercato libero, infatti, gli utenti hanno la possibilità di scegliere il proprio fornitore di energia e di negoziare condizioni contrattuali più vantaggiose. La transizione avverrà a partire dal 10 gennaio 2024, e mira a migliorare la qualità del servizio offerto, stimolare l’adozione di fonti energetiche sostenibili e consentire agli utenti di avere un maggiore controllo sulle proprie spese energetiche.

Veniamo ora alle truffe più comuni, analizzando come riconoscerle e quali strategie adottare per difendersi.

La truffa porta a porta

La truffa classica, precedentemente descritta in questo articolo, coinvolge uno o più individui che suonano al campanello e si presentano al portone di casa, spesso dichiarandosi tecnici dell’Enel o di altre grandi compagnie energetiche. Gli obiettivi di questa truffa variano dal semplice furto in casa a operazioni più complesse. Potrebbe essere offerto al proprietario di casa un contratto per passare al mercato libero dell’energia, che si rivela poi essere fasullo, con società inesistenti o a prezzi particolarmente elevati. Questo tipo di truffa, che rappresenta il 21% delle truffe totali, richiede particolare attenzione:

  • Non aprire il portone senza prima verificare la politica del proprio fornitore. Raramente gli operatori vengono inviati porta a porta senza alcun preavviso.
  • Se per caso i potenziali truffatori sono già all’interno della casa, è importante evitare di divulgare dati personali, specialmente il codice fiscale e il codice POD della bolletta.
  • Mai mostrare la bolletta.

Cos’è il Pod?

Il POD, acronimo di “Punto di Consegna”, è una combinazione univoca di lettere e cifre che identifica il luogo in cui viene prelevata l’energia elettrica. Secondo “Agente Lisa“, profilo di supporto della Polizia di Stato su Facebook, tale codice deve essere trattato con la stessa cautela del PIN del proprio bancomat e non deve essere mai comunicato al di fuori di ambienti sicuri. È importante notare che il POD non cambia nemmeno se l’intestatario del contratto viene modificato.

La truffa telefonica

La richiesta del POD è una pratica tipica adottata dai truffatori, sia di persona che, come spiega la polizia di Stato, in una forma di truffa online: quella telefonica, la più diffusa (53%). In entrambi i casi, i truffatori cercano di distrarre i clienti parlando di questioni finanziarie e presunti errori nelle bollette. Nelle truffe telefoniche, è probabile che la chiamata venga registrata e che vengano poste al cliente domande che sembrano innocue ma che, in realtà, costituiscono i termini di un contratto, rispondendo affermativamente, si può finire per sottoscrivere un contratto senza rendersene conto.

  • Fare attenzione, quindi, a pronunciare parole come «sì», «okay», «accetto», «certo».
  • Diffidare di sconti incredibili rispetto alla tariffa che si ha in quel momento e chiedere sempre un’identificazione più precisa.
  • A volte i dati a disposizione dei truffatori non sono aggiornati. Quando queste persone si riferiscono alla vostra utenza, o al vostro indirizzo, senza specificare quale, domandate sempre di chiarire di quale stanno parlando.

La finta bolletta e il phishing

Ci sono poi le truffe che prevedono l’invio di una finta bolletta a casa con la quale si richiede il pagamento di una somma di denaro.

  • In questo caso è sempre bene controllare che il fornitore sia quello corretto. Va poi verificato il codice fiscale dell’azienda.
  • Confrontare poi il Pod e il Pdr – quest’ultimo è l’equivalente del Pod per le bollette del gas – con le precedenti bollette, se presenti.
  • Se la finta bolletta arriva per email – in questo caso parliamo di phishing, che colpisce il 34% delle vittime di truffa – è bene evitare di cliccare link, che potrebbero portare a pagine contenenti virus o nelle quali vengono richiesti dati personali o addirittura denaro.

I siti web

Molti malfattori si affidano direttamente a siti web che si mascherano da compagnie assicurative e comparatori. Una categoria che rappresenta il 14% delle truffe sui contratti elettrici. Anche in questo caso valgono raccomandazioni simili a quelli delle truffe per email.

  • Mai divulgare POD e PDR.
  • Controllare attentamente la Url del sito. Non cliccare se non inizia con https//. La “s” indica che il sito utilizza un protocollo sicuro.
  • In caso di dubbi, ricercare su Internet recensioni di quel sito.
  • Non inviare copie delle bollette.

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