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La Procura di Milano sequestra il Cpr di via Corelli

13 Dicembre 2023 - 22:53 Redazione
governo meloni nuovi cpr dove saranno
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Nella struttura cibo scaduto e ospiti non visitati, tra cui persone, con gravi problemi psichiatrici, ritenute idonee alla vita ristretta di comunità

I pm di Milano Paolo Storari e Giovanna Cavalleri hanno disposto un sequestro impeditivo d’urgenza della società Martinina srl che gestiva il Cpr di via Corelli a Milano, già al centro dell’inchiesta per frode e turbativa. Nel centro, secondo quanto emerso dalle indagini, i migranti non ricevevano cure mediche adeguate e mangiavano cibo scaduto. Con questo provvedimento la procura ha posto sotto sequestro di fatti il Centro di permanenza per i rimpatri. Se verrà convalidato dal gip sarà presto nominato un amministratore giudiziario per gestire la struttura.

Migranti con gravi problemi psichiatrici ritenuti idonei senza visita medica

Il 15 dicembre era fissata un’udienza, davanti al gip Livio Cristofano per interdire la srl nel partecipare ad altre gare d’appalto per la gestione del centro. Nel lavoro, coordinato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano si è scoperto infatti che alla Martinina srl, con sede a Salerno, era stata prorogata, a metà novembre, per un anno la convenzione con la Prefettura il centro di via Corelli. Ecco perché è stato disposto il sequestro del ramo d’azienda impedendo così di fatto la gestione del Cpr. Anche perché, secondo quanto emerso, in via Corelli c’erano migranti con tumori al cervello o epilettici, oppure con gravi problemi psichiatrici, ritenuti «idonei alla vita della comunità ristretta», ma in realtà non sottoposti a visita medica. Sono indagati i due amministratori di fatto e di diritto della srl, Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso. Secondo l’accusa, sarebbe stata commessa una frode «nella esecuzione del contratto di appalto» con «espedienti maliziosi e ingannevoli, idonei» a farlo apparire «conforme agli obblighi assunti» per garantire una ospitalità adeguata ai migranti. Documenti «contraffatti» e servizi pattuiti ma prestati «in modo largamente insufficiente», il tutto per aggiudicarsi 4 milioni e mezzo di euro in un anno.

(foto repertorio ANSA)

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