Ucraina, è scontro sui fondi europei per Kiev. Macron: «Orbán si comporti da europeo. Putin? Non ho cambiato numero, se ha proposte pronto ad ascoltarlo»

Il commissario Ue Paolo Gentiloni definisce grave il rinvio del Bilancio, Il presidente ungherese non vuole che gli aiuti per Kiev facciano parte della revisione del bilancio comune

Dopo il via libera ai negoziati per l’adesione dell’Ucraina, dentro l’Unione Europea è scontro sui fondi per Kiev, il presidente ungherese Orbán non è d’accordo sul fatto che siano inclusi nella revisione del bilancio comune, coinvolgendo di fatto tutti e 27 i Paesi membri. Per questo non è stato votato il bilancio stanotte, mettendo di fatto in stand by la decisione sugli aiuti. E davanti alle insistenze del collega ungherese il presidente francese, Emmanuel Macron, in un punto stampa al termine del Consiglio europeo ha dichiarato: «Penso che l’Ungheria sia rispettata all’interno di questo Consiglio – ha aggiunto – e il rispetto implica delle responsabilità». Orbán si deve comportare «da europeo». «Non ho cambiato numero di telefono: se Putin ha delle proposte sono pronto ad ascoltarlo», ha detto il numero uno dell’Eliseo. Naturalmente le proposte, ha precisato il presidente francese, devono «esprimere la volontà di dialogare ed essere in linea con il rispetto del diritto internazionale».


Paolo Gentiloni: grave il rinvio del bilancio

«Il rinvio del bilancio stanotte è anche per il sostegno economico all’Ucraina. Questo è molto grave: è la difesa comune, sono le politiche industriali, è l’architettura internazionale da ridisegnare». Così Paolo Gentiloni, commissario Ue, al Forum Pd sull’Europa, ha commentato il mancato semaforo verde per il bilancio. «Dico no al mesto corteo dei sonnambuli: il sostegno all’Ucraina è necessario per evitare le minacce che incombono sull’Europa, perché o capiamo che ‘oggi in Ucraina, domani in Europa’ o prendiamo un abbaglio colossale». Il Cremlino sostiene che l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea sia una prospettiva molto remota e che le iniziative di Bruxelles sono un mero sostegno politico. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov né l’Ucraina né la Moldavia soddisfano i rigorosi criteri dell’Ue.


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