Russia, il discorso di fine anno di Putin: «Pace possibile con l’Ucraina solo quando raggiungeremo i nostri obiettivi»

Nella conferenza annuale il presidente russo ha parlato della situazione al fronte, del rapporto con l’Occidente e della controffensiva di Kiev: «È fallita»

«La pace sarà possibile quando raggiungeremo i nostri obiettivi, che sono la denazificazione e la demilitarizzazione in Ucraina». Vladimir Putin inizia la conferenza stampa di fine anno parlando di «sovranità minacciata» e obiettivi sul campo, voltando pagina rispetto alle timide aperture sulla «tragedia» del conflitto in Ucraina di fine novembre e inaugurando la campagna per le presidenziali del 2024. I toni sono assertivi, anche approfittando dell’inerzia della guerra che in questo momento spinge la Russia, mentre Zelensky è costretto a volare negli Stati Uniti per convincere il Congresso a finanziare nuovi aiuti militari. Putin ha ribadito che la soluzione al conflitto era già sul tavolo, «i parametri erano stati concordati a Istanbul nel 2022», ma Kiev «ha buttato tutto nel camino». Ora il Cremlino è impegnato a «rafforzare la sovranità, la sicurezza ai confini e i diritti e le le libertà dei cittadini». Secondo il presidente russo, il peggioramento dei rapporti con Stati Uniti e Paesi occidentali è colpa di questi ultimi, l’operazione militare in Ucraina non era evitabile: «Non ci hanno lasciato scelta». Tra questi però, ci sono due Paesi che il presidente russo ha elogiato. Sono il leader ungherese Viktor Orban e il primo ministro slovacco Robert Fico. «Non sono politici filorussi, ha detto, sono filo-nazionalisti». Nel suo discorso dal Cremlino, non ha rinunciato a rivendicare la sovranità sulle regioni sud-orientali dell’Ucraina: «Sono storicamente territori russi, e Odessa è generalmente una città russa».


La situazione al fronte

Putin ha anche parlato delle operazioni sul campo, con 617mila soldati impegnati su un fronte lungo circa 2mila chilometri, 244mila riservisti e 1.500 che vengono reclutati ogni giorno. Con questi numeri – non verificabili indipendentemente -, assicura, non è necessaria una nuova ondata di mobilitazione. Il leader russo sa che in questo momento Zelensky è in difficoltà, sia sul campo che politicamente. E vuole trarre il massimo da questo momento: «Stiamo migliorando le posizioni lungo il fronte, la controffensiva di Kiev è fallita. Il nemico ha annunciato una grande controffensiva e non ha ottenuto nulla da nessuna parte». Dal Cremlino, Putin prende di mira il leader ucraino: «Va in giro per il mondo a mendicare, e per ottenere gli aiuti cerca di convincere gli alleati che la controffensiva di Kiev sta avendo successo». Il segretario generale della Nato ha ammonito gli alleati occidentali sulle intenzioni future di Putin e sui possibili scenari in caso di vittoria di Putin. «Si sta preparando a una lunga e dura guerra: l’interruzione dell’assistenza militare a Kiev prolungherebbe la guerra, non le porrebbe fine», ha detto Jens Stoltenberg, «se Putin vince in Ucraina, c’è il rischio concreto che la sua aggressione non finisca lì».


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