Hamas ha annunciato di non riuscire più a mettersi in contatto con un gruppi di miliziani con il quale si trovavano cinque ostaggi israeliani. Secondo la ricostruzione fornita dallo stesso gruppo armato, sia i combattenti che i miliziani sono da ritenersi morti in un raid aereo. A farlo sapere è il portavoce delle Brigate al Qassam, Abu Obeida, che parla di «prigionieri sionisti» probabilmente morti. Obeida comunica anche i nomi di tre di loro: Haim Perry, Yoram Metzger e Amiram Cooper. «Riteniamo – ha aggiunto Obeida – che siano morti a causa degli abominevoli bombardamenti dell’aviazione israeliana». I tre erano apparsi in un video diffuso da Hamas il 18 dicembre scorso, intitolato: «Non lasciateci invecchiare qui». «Sette giorni cosa è successo? Chiamate Gerusalemme, tutte le informazioni che l’hanno loro», si leggeva in sovraimpressione nel video, tornato a diffondersi oggi. Insieme, anche un numero di telefono che si afferma essere quello del presidente Israeliano Benjamin Netanyahu.
Le minacce dell’Iran
Intanto arrivano le minacce dell’Iran. Un comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana sostiene che il Mar Mediterraneo potrebbe venire chiuso se gli Usa e i loro alleati dovessero continuare a commettere «crimini a Gaza». «Dovranno aspettarsi presto la chiusura del Mar Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altri corsi d’acqua», ha dichiarato il comandante dei pasdaran Mohammad Reza Naqdi citato da Reuters. L’Iran non ha uno sbocco sul Mediterraneo ed è quindi difficile capire in che modo potrebbe realizzarsi quanto intimato. Il comandante ha parlato di «nascita di nuove potenze di resistenza e chiusura di altre vie d’acqua», in quello che pare essere un riferimento alla situazione del Mar Rosso e del Canale di Suez.
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