Onu, sorpresa nella risoluzione del Consiglio di sicurezza: chiesti maggiori aiuti umanitari per Gaza ma non il cessate il fuoco

Rimossa l’originaria frase «urgente sospensione delle ostilità»

Dopo diversi rinvii, il Consiglio di sicurezza ha approvato la risoluzione Onu per Gaza. La risoluzione chiede maggiori aiuti ma non chiede una tregua immediata. Il testo non include neanche l’originaria frase «urgente sospensione delle ostilità». La risoluzione è stata approvata con 13 voti a favore, zero voti contrari e due astensioni: Stati Uniti e Russia. L’ambasciatore russo, Vassily Nebenzia, ha dichiarato che la risoluzione è diventata «inefficace». Il diplomatico ha affermato che l’opposizione degli Stati Uniti al progetto iniziale di risoluzione, sfociata in giorni di negoziati, ha prodotto un progetto «sdentato» e «castrato».


La delusione USA per la mancata condanna di Hamas

«Sappiamo che molto altro deve essere fatto» per affrontare «questa crisi umanitaria. Ma siamo chiari: Hamas non è interessata a una pace durata. Dobbiamo lavorare a un futuro in cui israeliani e palestinesi vivono fianco a fianco». Lo dichiara l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thoms-Greenfield, dicendosi sorpresa e delusa dal fatto che il Consiglio di sicurezza non sia stato in grado di condannare l’attacco di Hamas del 7 ottobre. «Questa risoluzione parla della gravità della crisi», aggiunge sottolineando che «non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo lavorare insieme per alleviare questa immensa sofferenza».


Cosa prevedeva la bozza originaria

La formulazione del testo della risoluzione era stata anticipata due giorni fa dalla Bbc e prevedeva «pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi» attraverso la Striscia di Gaza, che durino «un numero sufficiente di giorni da permettere l’accesso umanitario pieno, rapido, sicuro e senza ostacoli». Il testo è il frutto di giorni di lunghi e delicati negoziati, guidati in particolare dagli Emirati Arabi Uniti, necessari a raggiungere un’intesa digeribile anche per gli Usa. L’Amministrazione Biden a differenza delle scorse due votazioni vuole evitare infatti di mettere il veto a una risoluzione troppo dura con Israele e al contempo dare un segnale chiaro all’alleato e al mondo arabo, oltre che a una fetta rilevante di opinione pubblica interna, sulla direzione di marcia necessaria verso una de-escalation del conflitto. «Non facciamo trattative in pubblico. Stiamo lavorando attivamente a una possibile risoluzione all’Onu», ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. Nella bozza di risoluzione originale, si rinnova secondo quanto riportava Bbc anche la richiesta alle parti in conflitto di «rispettare i loro obblighi di protezione dei civili secondo il diritto internazionale», inclusa la necessità assoluta di «astenersi dal deprivare la popolazione civile nella Striscia di Gaza dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria indispensabile alla sua sopravvivenza». Resta ferma poi la richiesta, questa tutta per Hamas e per le altre organizzazioni terroristiche nella Striscia, di rilasciare «immediatamente e senza condizioni tutti gli ostaggi». Così come il richiamo alla soluzione di due Stati come obiettivo ultimo da ripristinare per i due popoli in guerra, con la Striscia di Gaza parte del futuro Stato palestinese.

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