«Chiara Ferragni dovrà cambiare mestiere». D’Agostino silura l’influencer: «Perché la sua non è beneficenza»

Secondo il fondatore di Dagospia, l’imprenditrice non riuscirà a riprendersi davvero dopo il caso dei pandoro Balocco e la multa dell’Antitrust

A Chiara Ferragni non resta che «cambiare mestiere» perché ormai «si è giocata la credibilità», dice Roberto D’Agostino intervistato da Stefano Zurlo su Il Giornale. Nel pieno delle polemiche sul caso dei pandoro Balocco e la presunta beneficenza della influencer per l’ospedale Regina Margherita di Torino, il fondatore di Dagospia spiega che il fenomeno Ferragni si è svelato. Ed era già chiaro anni fa, quando nel 2019 si ritrovò lui stesso ospite di un programma di Piero Chiambretti assieme alla madre della influencer, Marina Di Guardo. Ovviamente la donna non poteva che difendere sua figlia e ribatteva alle critiche di D’Agostino dicendo che sua figlia «difende certi valori». «Sì, valori bollati», risponde D’Agostino che per la influencer ha solo parole durissime: «È una favolosa nullità. Cosa sa fare?… È solo una modella con delle belle gambe, non parla, non va in Tv…». Quel che più non sopporta D’Agostino non sarebbe tanto la promozione di prodotti di vario genere da parte dell’influencer. Quanto piuttosto «i pipponi, le tirate moralistiche, il mettere in mezzo solidarietà, carità e altre virtù». In realtà, spiega D’Agostino: «Chiara Ferragni è un’azienda, una Spa. Punto. Anzi no: un’azienda dovrebbe avere un’immagine sociale di un certo tipo». Secondo D’Agostino, quella di Chiara Ferragni e di Fedez non è beneficenza, ma maleficenza: «Organizzano la serata contro il cancro alla mammella, poi detraggono questo e quello, alla fine cosa rimane? Al bimbo arriva qualcosa? Loro invece fanno passerella, stringono mani, allacciano relazioni, lucidano l’immagine che serve per moltiplicare gli affari. Non è beneficenza, è tornaconto. E invece è tutto un dirsi “come siamo bravi” ma non è così».


Leggi anche: