Allenatrice di pallavolo morta, annullato il funerale per fare l’autopsia. Indagato il marito: «Non sono stato io, tra noi nessun litigio»

Inizialmente, la morte di Paola Bolognesi è stata attribuita a una crisi cardiaca, poi sono stati trovati segni sul suo corpo che hanno acceso sospetti

La procura di Ravenna ha bloccato i funerali programmati e ha disposto l’autopsia su Paola Bolognesi, la 61enne insegnante e allenatrice di pallavolo morta nella notte tra il 23 e il 24 a Bagnacavallo (Ravenna). La famiglia aveva già organizzato i riti funebri per oggi, ma sono stati sospesi per consentire l’indagine sul corpo della vittima. Il marito, di origini cubane e con il quale la donna era legata da anni, è indagato a piede libero. I cellulari e la casa della coppia, intanto, sono stati sequestrati per approfondire le indagini. Inizialmente, la morte della signora Bolognesi è stata attribuita a una crisi cardiaca che l’avrebbe colpita nel sonno, considerato che aveva in programma un intervento a una valvola cardiaca. Tuttavia, stando a quanto si apprende, sono state riscontrate delle ecchimosi sul suo corpo. Pertanto, la procura ha ordinato l’autopsia, programmata per oggi, al fine di fare luce su tali segni e dissipare ogni dubbio. Le ipotesi sono diverse: le lesioni potrebbero essere dovute a lievi traumi accidentali subiti precedentemente alla sua morte o potrebbero essere il risultato di una caduta successiva al presunto malore. Altre possibilità non sono escluse, pertanto le indagini proseguiranno per chiarire ogni dettaglio.


L’interrogatorio del marito

Nella notte, il marito della 61enne è stato interrogato per oltre due ore dal Pm Raffaele Belvederi. «Paola stava insieme con il marito da circa quindici anni, con reciproche visite nei rispettivi Paesi, mentre negli ultimi due anni la frequentazione era aumentata, con il marito occupato stagionalmente e Paola che aveva preso un anno di aspettativa dalla scuola per assistere l’anziano padre», spiega l’avvocato dell’uomo, Franco Randi, citato da Il Resto del Carlino. Il primo incontro tra i due risale al 2008 a Cuba. Lui, un ex militare con esperienze in campagne africane, – durante l’estate scorsa – ha svolto mansioni di cuoco stagionale in un resort a Marina Romea e ha anche lavorato come meccanico. Attualmente, riceveva un assegno di disoccupazione.


Cos’è successo il giorno della morte

Durante l’interrogatorio con il pubblico ministero, ha negato che ci siano stati litigi a causa di questioni finanziarie. Ha dichiarato che Paola assumeva regolarmente farmaci, ma sembrava godere di buona salute, tanto che ogni mattina si dedicava a un po’ di attività fisica. E che lui la giornata del 23 era stato dall’anziano suocero che di solito, sebbene non quel giorno specifico, accompagnava a pescare. «Io ero andato a letto verso le 21 e alle 22 già dormivo, tanto che quando Paola è rincasata non me ne sono accorto. La mattina del 24 ho sentito la sveglia che continuava a suonare, erano circa le sette. Sono andato a vedere cosa fosse successo, Paola era supina, con un braccio proteso fuori dal letto», ha raccontato l’indagato, sottolineando che accanto al letto avrebbe trovato lo strumento per misurare la pressione.

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