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Londra, accende il pc per rispondere a una mail nel bel mezzo dell’Amleto: Andrew Scott interrompe il monologo

03 Gennaio 2024 - 16:53 Redazione
L'attore di Sherlock e Fleabag ha raccontato l'episodio avvenuto alcuni anni fa al podcast Happy Sad Confused di Josh Horowitz

Nel 2024 è tra i possibili vincitori dell’Oscar grazie alla sua interpretazione in All of Us Strangers – Estranei, diretto da Andrew Haigh. E parlando del film con Josh Horowitz, ospite del suo podcast Happy Sad Confused, Andrew Scott ha rivelato un episodio avvenuto nel 2017, quando era sul palco dell’Almeida Theatre di Londra. Scott, divenuto popolare per i ruoli da co-protagonista ottenuti nelle serie tv Sherlock e Fleabag, stava recitando i celebri versi dell’Amleto che aprono prima scena del terzo atto. To Be or Not To Be, Essere o non essere, esordisce il principe. Proprio mentre si apprestava a interpretare il soliloquio, uno degli spettatori del teatro ha sentito l’esigenza di accendere il laptop per rispondere a una mail. Una mancanza di rispetto, e un elemento di distrazione, così evidente da costringere Scott a interrompersi. «Non era assolutamente possibile andare avanti. Ero nel bel mezzo di Essere o non essere e mi sono fermato», ricorda oggi l’attore irlandese, «dalla regia mi arrivavano spinte a continuare, ma ho risposto: “È impossibile”». Proprio per quella interpretazione all’Almeida Theatre Scott aveva ricevuto una nomination agli Olivier, un riconoscimento per opere e attori teatrali. L’interruzione è durata molti minuti, quelli che Scott ha ricordato come «secoli», e lo spettacolo è ripreso solo grazie all’intervento di un’altra spettatrice. Da dietro, ha segnalato allo spettatore intento sulla tastiera quello che stava accadendo. A quel punto ha chiuso il pc, «ma non si sentiva assolutamente nel torto», ha sottolineato l’attore. Anche Benedict Cumberbatch, che con Scott ha lavorato alla serie tv Sherlock nei panni del celebre investigatore, aveva dovuto interrompere un Amleto implorando gli spettatori di non filmarlo, a causa delle numerose e «mortificanti» luci che dal palco lo distraevano.

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