Giorgia Meloni prepara un ddl Ferragnez sulla beneficenza. Dopo il caso Balocco obbligo di trasparenza sulle donazioni

Al testo stanno lavorando oltre che la presidenza del consiglio anche il ministero del Lavoro e il ministero dell’Economia e delle Finanze. Ecco di che si tratta

Giorgia Meloni ha intenzione di portare in consiglio dei ministri un disegno di legge sugli obblighi di trasparenza nella beneficenza già soprannominato “ddl Ferragnez”, perché parte proprio dal caso del pandoro rosa Balocco marchiato Chiara Ferragni. Al testo stanno lavorando oltre che la presidenza del consiglio anche il ministero del Lavoro e il ministero dell’Economia e delle Finanze, perché la normativa toccherà anche gli obblighi degli Ets, gli enti del Terzo Settore.


Cosa ha detto la Meloni in conferenza stampa

La Meloni ha anticipato la novità proprio durante la conferenza stampa di inizio anno di giovedì 4 gennaio. Rispondendo a una domanda sul contrasto che c’era stato con Fedez e sua moglie Chiara dopo una battuta sul pandoro nel suo intervento ad Atreju, la premier ha spiegato: «C’è una questione che questa vicenda mi ha fatto balzare agli occhi, ed è il tema della trasparenza sulla beneficenza. Questo è un tema su cui bisogna lavorare perché altrimenti si rischia che un caso singolo possa impattare su una cosa importante come la beneficenza. Capire quali siano oggi le regole sulla trasparenza e magari migliorarle può essere utile per tutti. Ed è una cosa su cui sto ragionando».


Benefattori anonimi se vogliono, ma se lo dicono dettagli pubblici

La beneficenza si fa e non si dice, sostiene un saggio motto popolare. Però da anni accade l’esatto contrario: si dice e poi forse si fa, anche se non sempre è chiaro il come e il quanto. Ai suoi collaboratori dopo l’esplosione del Pandoro-gate, la Meloni ha spiegato. «Ho chiesto una informativa sul tema e ho scoperto che sulla beneficenza non esistono obblighi di trasparenza. È necessario quindi preparare una banale legge che dica che se dichiari di fare beneficenza devi anche dire quanto, a chi, quando e così via». E si sono messi al lavoro anche al Mef e al ministero del Lavoro, che hanno competenza diretta sul terzo settore. Qualche obbligo di trasparenza in realtà ci sarebbe, per le modifiche alla legge sugli Ets varate nel 2019 dal decreto crescita. Ma riguarda solo i contributi che arrivano al Terzo settore da enti o amministrazioni pubbliche, che dovrebbero entro il 30 giugno dell’anno successivo essere pubblicati sui siti Internet di fondazioni o Ets più o meno come fanno i partiti politici. Pur essendo un obbligo parziale, è quasi sempre disatteso: sui siti di molte delle più importanti Fondazioni e degli Ets quasi mai si trova quell’elenco. E non risulta sia mai stata comminata la sanzione prevista dalla legge in vigore, pari all’1% della donazione ricevuta e tenuta segreta.

I misteri del caso Balocco e la risposta nella legge

Come è noto il Pandoro-gate è scoppiato per avere illuso i consumatori che il sovraprezzo sul prodotto fosse dovuto ad attività benefica a favore dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Poi si è saputo che non un euro di quel sovrapprezzo è finito in beneficenza, perché doveva servire a pagare il cachet di un milione di euro contrattato con la Ferragni. L’unico importo donato al Regina Margherita era stato in precedenza un contributo da 50 mila euro versato da Balocco per acquistare “un macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”. Sono trascorsi quasi due anni da quella donazione, ma non c’è un rendiconto pubblico di quella operazione, né c’è mai stata nonostante l’annuncio dato a fine 2022, l’inaugurazione di quel macchinario. La nuova legge invece estenderà tutti gli obblighi di trasparenza previsti per i partiti e le fondazioni politiche a tutti gli enti del terzo settore e ai loro benefattori pubblici e privati. Si potrà mantenere l’anonimato sulla donazione a richiesta (come accade per i versamenti ai partiti), ma ovviamente in quel caso non si potrà comunicarla su social o in pubblico. Altrimenti anche il nome del benefattore privato dovrà essere pubblicato sul sito internet di chi riceve i soldi entro un tempo massimo dalla donazione. E tutti in contributi privati ricevuti andranno rendicontati da chi ne è beneficiato quale che sia la loro forma, spiegandone il successivo utilizzo.

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