Il ministro Sangiuliano vuole una targa commemorativa per Gramsci a Roma: «Un grande intellettuale perseguitato dai fascisti»

Rifondazione Comunista storce il naso: «Bene la targa, ma ora non si tenti di legittimare gli eredi politici del fascismo»

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha inviato una lettera ai vertici della casa di cura Quisisana di Roma per chiedere che venga apposta una targa commemorativa in ricordo di Antonio Gramsci, che in quella struttura visse per alcuni anni in libertà vigilata e poi morì nel 1937. L’appello di Sangiuliano ha spiazzato un po’ tutti, se non altro perché la richiesta di commemorare l’intellettuale marxista viene da un esponente di un governo di destra. Eppure, il titolare del ministero alla Cultura confessa di avere grande stima di Gramsci e arriva a definirlo «una della più grandi personalità intellettuali e politiche dell’Italia del Novecento, ingiustamente perseguitato dal fascismo per le sue idee». Nella lettera indirizzata alla casa di cura Quisisana, Sangiuliano aggiunge: «Ho più volte annunciato che dedicheremo alla sua personalità e opera una mostra, ma ritengo doveroso accogliere l’appello di studiosi e cittadini ad apporre una targa commemorativa nel luogo dove si spense».


L’appoggio bipartisan

Oltre ad avanzare ufficialmente la richiesta, il ministero si è offerto di farsi carico degli oneri economici per l’affissione della targa. Intanto, la decisione ha raccolto un sostegno bipartisan. «Da sempre sosteniamo la necessità di un percorso di sintesi nazionale nell’ambito culturale, costruiremo un immaginario realmente comunitario», ha commentato Federico Mollicone, esponente di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura della Camera. Pollice in su anche dal sindaco di Roma – ed esponente del Pd – Roberto Gualtieri, che parla di «profondo apprezzamento e piena condivisione» per l’iniziativa di Sangiuliano. «È in discussione in Assemblea Capitolina una mozione a prima firma di Erica Battaglia con lo stesso obiettivo – ha aggiunto il primo cittadino della Capitale – e auspico che anche alla luce di questo ampio consenso abbia un voto unanime. Il ricordo di uno degli uomini politici e intellettuali tra i più importanti del secolo scorso è necessario per tenere viva la memoria attorno a una figura che, con la sua vita e il suo pensiero, ha influenzato in misura profonda la filosofia e la scienza politica contemporanee».


«No alla retorica della riconciliazione»

C’è però anche chi vede nell’annuncio di Sangiuliano qualche motivo di preoccupazione. È il caso di Giovanni Barbera, di Rifondazione Comunista, che approva la decisione del ministro ma avverte: «Quello che fa orrore è il tentativo di una parte della destra nostalgica, quella che ha ancora il coraggio di definire Almirante come un padre della Patria, di arruolare anche Gramsci nella loro battaglia politico culturale». Secondo il dirigente comunista, iniziative di questo genere avrebbero l’obiettivo di «sostituire le radici antifasciste della nostra Repubblica, per costruire una nuova narrazione mistificatoria e tossica, nella quale, con la scusa della pacificazione nazionale, si tenta di legittimare gli eredi politici del fascismo storico, messi sullo stesso piano di chi ha combattuto per la libertà e la democrazia».

Foto di copertina: ANSA/Riccardo Antimiani | Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano

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