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Rivolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la denuncia dei sindacati: «Detenuti asserragliati in un reparto: alcuni agenti trattenuti»

04 Gennaio 2024 - 17:10 Redazione
Già nel 2020 nella casa circondariale campana si erano verificate grosse rivolte

Sono in corso «gravissimi disordini» e rivolte dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, vicino a Caserta. A denunciarlo è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Il sindacato di categoria sostiene che dal primo pomeriggio di oggi, giovedì 4 gennaio, circa 250 detenuti si sarebbero asserragliati in alcune sezioni della casa circondariale, distruggendo parte della struttura e sequestrando anche alcuni agenti. La rivolta avrebbe interessato l’intero reparto Volturno, che stando a quanto riportato dal sito del ministero della Giustizia è riservato ai detenuti classificati come “media sicurezza”. «In questi minuti la Polizia penitenziaria starebbe intervenendo per ripristinare l’ordine, anche con unità libere dal servizio e appositamente richiamate, e sul posto starebbero accorrendo varie autorità», ha fatto sapere De Fazio nel pomeriggio.

Il carcere di Santa Maria Capua Vetere è lo stesso nel quale, ad aprile del 2020, si verificò una protesta dei reclusi repressa con violenze e torture degli agenti della polizia penitenziaria. Un episodio che ha portato 105 poliziotti e funzionari a processo. «Nella speranza, per quanto abbastanza utopistica, che alla fine di tutto i danni siano solo materiali, ribadiamo che non bastano le parole e i buoni propositi», sottolinea ancora il segretario generale della Uilpa. Secondo i sindacati di categoria, a Santa Maria Capua Vetere mancherebbero almeno 70 agenti della polizia penitenziaria. Eppure, denunciano Giuseppe Moretti e Ciro Auriccio (Uspp), «dopo i fatti del 2020 niente è cambiato. Sono rimasti i problemi di sovraffollamento, di carenza di organico e strutturali». L’appello rivolto al governo è di varare al più presto «un decreto carceri che affronti l’emergenza» in corso e che riformi «il sistema di esecuzione penale».

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