Flavio Briatore vuole offrire un lavoro ad Angelo Bonelli: «Non lo ha mai fatto in vita sua»

L’imprenditore contro il leader dei Verdi: ma sulle concessioni balneari gli dà ragione

Flavio Briatore vuole offrire un lavoro al leader dei Verdi Angelo Bonelli. Ma lo farebbe solo perché «non hanno mai lavorato, non sanno cosa vuol dire un colloquio di lavoro, non sanno cosa vuol dire fare un training alle persone. Non hanno nessuna idea di cosa voglia dire lavorare». Briatore attacca Bonelli in un’intervista a Libero, dopo avergli anche dedicato nei giorni scorsi un video perché il leader dei Verdi lo ha criticato per le concessioni balneari del Twiga. E l’imprenditore gli risponde: «Guardi io le dico sinceramente che ho molto più rispetto di un cameriere che lavora da noi che di questa gente qui. Almeno sono ragazzi seri che lavorano, che producono, che mantengono una famiglia».


L’odio sociale della sinistra

Poi Briatore allarga il discorso all’intera sinistra: «Attacca da sempre chi vuol dare lavoro, chi investe, chi produce ricchezza e contribuisce al Pil del Paese. C’è un odio sociale dilagante a sinistra. Il vero problema è che nel nostro Paese ci sono ancora i 5Stelle, i comunisti, le sinistre che odiano gli imprenditori e cercano in tutti i modi di affossarli». Mentre il problema dell’Italia, secondo lui, è quello di non saper «attirare gli investitori esteri. Chi investe in Italia paga le tasse per quello che produce in Italia. Paga gli stipendi ai dipendenti, i Tfr ma soprattutto fa acquisti sul territorio contribuendo all’economia territoriale. È preoccupante una tale ignoranza da parte di un politico. Dimostra di non conoscere come vanno le cose». Però, a sorpresa, Briatore è d’accordo con Bonelli sulle concessioni balneari pagate troppo poco: «Io questo l’ho sempre detto. Aumentiamo i prezzi delle concessioni e diamo più soldi al demanio. Se queste però sono le regole non può diventare una mia colpa».


Le concessioni balneari

Ma secondo Briatore ci sono anche «famiglie che vivono lavorando solo tre mesi all’anno. Il Twiga è un caso unico. Parliamo di generazioni che hanno investito una vita su quel lavoro e senza quello sarebbero in mezzo alla strada». Riguardo le aste per le concessioni, spiega l’imprenditore, «io ho visto quando sono state fatte in Francia ed è stato un disastro. Tre grossi gruppi hanno comprato tutte le spiagge e hanno mandato a casa tutte le famiglie. Per cui prima di sbraitare dicendo di seguire l’Europa, consiglierei di seguire cosa dice la Meloni che sta cercando soluzioni che non comportino il mettere sul lastrico le persone. Parliamo di centinaia di migliaia di famiglie che vivono di questo lavoro».

L’auto elettrica

Infine, nel colloquio con Hoara Borselli Briatore parla anche dell’auto elettrica e della transizione green: «Pensare di eliminare entro il 2035 le auto a motore termico per diventare tutti elettrici non è realistico. Se un giorno avremo tutte auto elettriche significherà aver dato tutto in mano ai cinesi. Avremo regalato loro tutto il settore dell’automotive. Io spero che non succeda mai o nel caso il più tardi possibile. E chiude con un consiglio a Bonelli: «Di venire tre mesi a lavorare con noi. Allora sì che si renderà conto di cosa vuol dire lavorare».

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