Puglia, l’azienda agricola viene svenduta all’asta per coprire i debiti. Allevatore s’impicca all’arrivo dell’acquirente per una visita

Il valore iniziale della masseria, situata tra Laterza e Altamura, ha subìto i ribassi delle aste andate a vuoto. Il tentativo estremo di impedire la vendita prima del suicidio

La sua masseria valeva oramai poco meno di 25mila euro. Debiti, problemi finanziari, Michele Verdi, allevatore di Laterza è stato costretto a venderla. Il prezzo, per le mancate offerte, è sceso ulteriormente. Ha provato all’ultimo a salvare l’attività, evitando l’asta ma poi, davanti alla certezza di un acquirente non ha retto il dolore e l’uomo, 53 anni, si è tolto la vita. La sua storia la racconta Repubblica. Verdi era titolare di un’azienda zootecnica tra Laterza e Altamura. La procedura esecutiva di messa all’asta era cominciata nel 2013, ma solo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 erano cominciate le vendite. Questo perché l’uomo ha avuto accesso a un mutuo agrario di 60 mila euro. Doveva ancora 40 mila euro, da restituire a due società di recupero crediti. Non ce la fa, parte la procedura esecutiva. Il perito stabilisce che il valore dell’immobile è di 350mila euro. Ma le vendite vanno a vuoto. Ogni volta che l’immobile rimane invenduto si abbassa del 25 per cento il suo valore. Così ecco che arriva la cifra, irrisoria: 24.777,92 euro. «Un decimo del valore iniziale», spiega a Repubblica Antonella Semeraro, legale dell’uomo.


Il tentativo di salvare l’azienda

Verdi allora pensa che forse può non perdere la sua azienda. «Ho contattato gli avvocati dei creditori per concordare una soluzione e impedire la vendita all’asta. Le opzioni erano due: o procedere con il cosiddetto saldo e stralcio, ovvero il pagamento di una somma ridotta, oppure con un pagamento rateale dei 24mila euro in 24 rate. Gli avvocati della controparte, una volta siglato l’accordo avrebbero depositato un’istanza di sospensione delle vendite. Tutto questo, però, a fronte del versamento di un acconto entro una certa data», spiega Semeraro. Verdi accetta la rateazione, ma non ha i soldi per pagare subito la prima rata. La vendita dell’azienda non viene annullata e resta fissata per il 16 gennaio. «Il 4 gennaio – spiega l’avvocata a Repubblica – mi ha contattato l’ausiliare del giudice perché qualcuno voleva fare un’offerta per acquistare l’immobile. Io ho chiesto di rinviare la vendita, ma non è stato possibile». Così la funzionaria fissa un sopralluogo con il potenziale acquirente. Davanti alla notizia l’allevatore non ce l’ha fatta. Si è recato nel capannone più lontano e si è impiccato. A trovarlo proprio chi effettuava la visita per fare un offerta. «Restavano ancora 12 giorni e ho provato in tutti i modi a rassicurarlo. Non si dovrebbe perdere la vita per denaro, perché la vita non ha prezzo», spiega Semeraro che il giorno dopo la morte dell’uomo ha depositato un’istanza di sospensione, anche per tutelare la moglie dell’allevatore. Il 9 gennaio il giudice dell’esecuzione ha emesso un provvedimento di sospensione delle vendite. Ma tutto questo non riporterà indietro Michele.


(Foto di Sha Ro su Unsplash)

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