Taiwan, l’avvertimento di Pechino dopo la vittoria di Lai: «L’isola fa parte dell’Unica Cina, non sarà mai uno Stato»

Arrivata sull’isola una delegazione Usa per «incontri post-elettorali». La rabbia della nazione guidata da Xi Jinping: «Taipei è una linea rossa invalicabile nelle relazioni sino-americane»

A dispetto del voto presidenziale di ieri a Taiwan che ha consegnato la vittoria all’autonomista William Lai, l’isola «fa ancora parte della “Unica Cina”». Lo ha ribadito oggi il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, durante la conferenza stampa al Cairo con il suo omologo egiziano Sameh Shoukry. «Non importa quali siano i risultati delle elezioni – continua -, non possono cambiare il fatto fondamentale che esiste solo una Unica Cina e Taiwan ne fa parte». Per il funzionario di Pechino, l’isola che da anni si trova al centro di una contesa tra Cina e Stati Uniti, «non è mai stata un Paese. Non lo è stato in passato – conclude Wang – e certamente non lo sarà in futuro». Già nella giornata di sabato, Pechino si era espressa sulla vittoria dell’attuale vicepresidente, candidato del Partito democratico progressista: «Le elezioni – aveva detto il portavoce del governo cinese Chen Binhua – non impediranno l’inevitabile tendenza alla riunificazione della Cina», né «altereranno l’aspirazione condivisa dai compatrioti dello Stretto di Taiwan a stringere legami più stretti». Nella serata di ieri Taipei ha quindi sollecitato la Cina ad «affrontare la realtà e a rispettare i risultati delle elezioni». Il ministero degli Affari Esteri, si legge nella nota, «invita le autorità di Pechino a rispettare i risultati elettorali, ad affrontare la realtà e a rinunciare ai piani di repressione di Taiwan affinché le interazioni positive tra le due sponde dello Stretto tornino sulla strada giusta». Anche Lai, nel “discorso della vittoria”, ha promesso di «difendere l’isola dalle intimidazioni cinesi».


Il messaggio di Pechino a Washington: «Taiwan è una linea rossa insormontabile»

Nel frattempo, è arrivata nel primo pomeriggio di oggi una delegazione di ex funzionari americani sull’isola per «incontri post-elettorali a titolo privato», in base a quanto riferito dall’American Institute in Taiwan (Ait), l’ambasciata Usa de facto a Taipei. All’indomani delle elezioni presidenziali vinte da William Lai, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Stephen Hadley, l’ex vicesegretario di Stato James Steinberg e la presidente dell’AIt, Laura Rosenberger sono in visita per incontrare da domani «una serie di personalità politiche di primo piano e trasmettere le congratulazioni del popolo Usa a Taiwan per il successo del voto». Tempestivo il messaggio di Pechino che, tramite il ministero degli Esteri cinese, ha avvertito Washington che Taiwan «è al centro degli interessi fondamentali della Cina ed è la prima linea rossa insormontabile nelle relazioni sino-americane», si legge nella nota, che sottolinea come la Cina abbia «duramente contestato la dichiarazione del Dipartimento di Stato americano sulle elezioni nella regione cinese di Taiwan», in grave violazione del «principio dell’Unica Cina e dei tre comunicati congiunti sino-americani». Gli Usa hanno «inviato un segnale gravemente sbagliato – conclude il comunicato -, di cui la Cina è fortemente insoddisfatta e contraria, e per questo motivo ha presentato severe rimostranze agli Stati Uniti».


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