Giovanna Pedretti: il suicidio della titolare della pizzeria Le Vignole dopo la recensione falsa. Selvaggia Lucarelli: «Nessuna gogna»

Il locale non aveva problemi economici. I controlli sulle telecamere vicine. L’opinionista difende Biagiarelli

Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria Le Vignole a Sant’Angelo Lodigiano, non si è tolta la vita a causa di problemi economici. Né la 59enne né il marito avevano problemi di debiti. Questo almeno risulta dalle prime indagini sul suicidio della donna, che la settimana scorsa era finita su tutti i giornali per una risposta a una recensione in cui si criticava la presenza di gay e disabili nel suo locale. «A fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto, credo che il nostro locale non faccia per lei. Le chiediamo gentilmente di non tornare da noi», aveva replicato lei. Scatenando un’ondata di apprezzamenti ma anche critiche successive, visto che la foto che accompagnava il post su Facebook era stata analizzata e risultavano alcune incongruenze.


«Nessuna gogna»

A parlare della situazione della pizzeria che si trova in via XX Settembre è il Corriere della Sera. Si trattava di un esercizio aperto nel 2014 e di ridotte dimensioni, con costi contenuti e una clientela affezionata. Nel tempo aveva fatto partire l’iniziativa della “pizza sospesa” che ha destinato 200 buoni all’associazione Genitori amici dei disabili. La titolare aveva scritto nella risposta alla recensione che il ragazzo disabile di cui si parlava era lì proprio per quell’iniziativa. La ristoratrice, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe uscita di casa nella mattinata di ieri, domenica 14 gennaio. Poi ha fatto perdere le sue tracce. Si è recata con la sua Panda beige sulle rive del Lambro. E poi si è gettata nel fiume. I carabinieri di Lodi, coordinati dal procuratore Luca Romanelli, hanno fatto partire il recupero del corpo. Che presentava ferite ai polsi. Ma nessuna lettera di spiegazioni del gesto. Gli inquirenti hanno disposto l’autopsia sul cadavere.


Le critiche e i dubbi sull’autenticità del post

Ad esprimere dubbi sull’identità del post era stato per primo Lorenzo Biagiarelli, chef e personaggio televisivo. In un post su X aveva fatto notare che «il font della recensione, come quello della risposta, è diverso da quello usato da Google. Google Maps usa Product Sans e che erano diversi anche l’interlinea e la spaziatura. In più, sia la risposta che la recensione presentavano errori di ortografia simili. «Sembrano scritte dalla stessa mano», aveva concluso Biagiarelli. Pedretti aveva risposto alle critiche in un’intervista rilasciata al Tg3, parlando prima di un «tranello» e poi sostenendo che l’ingrandimento della foto poteva aver portato alle sgranature. «Venerdì scorso avevo telefonato in diretta a Giovanna per commentare insieme i servizi anche al telegiornale sulla sua storia e sulla sua risposta al cliente», dice un amico al quotidiano. «Era contentissima, felice di aver fatto la cosa giusta rispondendo per le rime. Poi abbiamo saputo anche dei commenti negativi. Io l’avevo rassicurata: “Giò, sappiamo tutti che sei in buona fede”».

Un falso montato ad arte

Tutto propende per il falso montato ad arte. E il suicidio sarebbe la conseguenza della scoperta del gesto e delle conseguenti critiche. Il fratello di Giovanna Pedretti, scrive il quotidiano, si era a sua volta tolto la vita. In serata la pizzeria Le Vignole ha tenuto abbassate le saracinesche. Mentre un controllo delle telecamere vicine avrebbe fissato nella prima mattinata l’uscita di casa di Pedretti. Selvaggia Lucarelli, compagna di Biagiarelli, ha respinto le accuse di gogna web: «Trovo interessante che in questa triste vicenda ci siano tre protagonisti: a) una persona che purtroppo ha pensato di inventare una storia sfruttando gay e disabili per finire sui giornali. b) i giornali che non hanno verificato la veridicità di uno screen così falso da essere pure ingenuo e hanno spammato su tutte le home la signora con lodi e interviste, dandole una popolarità enorme e spropositata in poche ore. c) una persona che per amor di verità fa un asciutto debunking e spiega che la storia è falsa. Trovo interessante che purtroppo la persona (di cui non sappiamo nulla) si suicidi e qualcuno ritenga responsabile la c).»

Una gogna?

«Per la cronaca, la gogna di cui qualcuno sta parlando, è stata: un servizio di un tg, un post sui social, una storia su Instagram. La signora non è stata “sommersa” da insulti, ma non si riesce mai a raccontare la verità», ha concluso Lucarelli. «È ovvio che la storia le è scoppiata in mano. Pensava di coinvolgere al massimo il paesello, invece sono arrivati i goodfluencer e la stampa nazionale. Sfruttare omofobia e abilismo è meschino, ma una seconda chance si dà a chiunque», ha invece commentato Biagiarelli. La Lega invece ha attaccato – senza nominarla – proprio Lucarelli: «La lezione che arriva dalla sinistra e dai suoi giornalisti: si possono attaccare un ragazzo mutilato da uno squalo, una pizzaiola sospettata di una recensione fake, si possono usare un padre morto e una dolorosa storia familiare per ferire la premier, ma si omaggia la star di Hollywood che scappa dal processo a Matteo Salvini. A sinistra non cambieranno mai: spietati con i deboli e con gli avversari, servili con gli amici. Vergogna».

«Non le serviva lavorare di più»

Intanto l’ex vicesindaco di Sant’Angelo Lodigiano, comune attualmente commissariato dalla Prefettura di Lodi, dice all’agenzia di stampa Ansa che Pedretti «non doveva lavorare di più, il suo ristorante era, infatti, sempre pieno. Anzi: avrebbe voluto respirare un po’ di più dato che non riusciva nemmeno a trovare dipendenti che la potessero aiutare. Trovo, dunque, incredibile ipotizzare che possa avere inventato quella recensione». E ancora: «Tutti amavano la sua pasta fatta in casa e i suoi sughi che definire eccellenti è poco. E Giovanna amava arrivare nella sala da pranzo a salutare, a coccolare i suoi clienti. Il suo mondo era proprio il ristorante, dove stava dalla mattina alla sera. Oltre 10 anni fa si era ucciso anche il fratello».

Biagiarelli e l’odio social

E Biagiarelli, l’influencer che per primo ha esternato dei dubbi sull’autenticità della recensione respinge su Instagram le accuse di odio social e shistorm: «Mi dispiace moltissimo delle morte della signora Giovanna e il mio pensiero va alla sua famiglia. Ma invito a riflettere sulle conseguenze del tentativo di ristabilire la verità. Se si dovesse temere sempre questo epilogo a questo punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social. La procura ha disposto anche l’esame tossicologico sul corpo. L’inchiesta, al momento conoscitiva, dovrebbe presto diventare a carico di ignoti.

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