Gianfranco Zola incontra l’uomo che voleva rapirlo: «Ha pianto per tutto il tempo

L’ex calciatore e il bandito che voleva sequestrarlo: la storia

L’ex calciatore e oggi dirigente sportivo e allenatore Gianfranco Zola ha incontrato Fabrizio Maiello. Ovvero l’uomo che nel 1994 voleva rapirlo. Maiello, soprannominato «Maradona delle carceri», voleva sequestrarlo per chiedere un riscatto. Dopo averlo seguito in auto, si era fermato con lui a un distributore di benzina per avvicinarlo. Ma alla fine gli ha chiesto soltanto un autografo. Domenica 14 gennaio i due si sono rivisti per la prima volta dopo 30 anni nel cortile della casa-famiglia Emmaus, prima di Cagliari-Bologna. E Zola racconta perché lo ha fatto in un’intervista al Corriere della Sera: «Avevo bisogno di guardarlo negli occhi. Dovevo vederlo, ascoltare la sua verità».


Ciao ragazzi, vi posso aiutare?

«Ci siamo stretti la mano, abbiamo parlato tanto. Lui ha pianto per tutto il tempo. Ho capito che di fronte a me c’era una persona che aveva sofferto e voleva rimettersi in pace con sé stesso. Mi ha colpito molto», dice nel colloquio con Andrea Sereni. Poi il racconto del tentato rapimento: «Ero in giro con mia moglie, a Parma. Avevo notato che una macchina ci stava seguendo da un po’, ma non ci avevo dato peso. Dovevo fare benzina, ci fermiamo al distributore e vedo che anche l’auto dietro di noi si ferma. Ho pensato volessero chiedermi un autografo e fossero titubanti, indecisi. Allora mi sono avvicinato e gli ho detto: “Ciao ragazzi, posso fare qualcosa? Vi posso aiutare?”. Fabrizio Maiello è venuto verso di me, poi si è fermato e ha tirato fuori la sua carta d’identità, che gli ho firmato. Solo dopo ho saputo come, da tempo, stessero progettando il sequestro».


La pistola

Zola non ha visto che Maiello aveva una pistola: «L’ha tenuta nascosta». Ha saputo tutto dai giornali qualche tempo dopo, quando Maiello è stato arrestato. E dice che l’incontro gli è servito per capire «la capacità di cambiare. Tutti noi abbiamo fatto, facciamo e faremo errori nella vita. Siamo fatti per sbagliare, ma è bello vedere persone che si danno da fare per rimediare, come Fabrizio». Infine, dice che l’ha perdonato: «Alla fine della chiacchierata abbiamo scherzato sul tentato sequestro! Porterò con me il nostro abbraccio». Oggi Maiello ha scontato la sua pena e collabora con l’associazione Libera di Reggio Emilia. Ha una dote: sa palleggiare con il pallone. E ogni anno con la UISP stabilisce il nuovo record. Fa anche parte della squadra Seleçao Internazionale Sacerdoti calcio.

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