«Basta con l’assedio, dateci tregua», l’appello dei famigliari di Giovanna Pedretti: gli striscioni contro stampa e tv fuori dal ristorante

I famigliari della ristoratrice «stanno vivendo un enorme dolore» dice l’avvocato che li assiste e che chiede ai giornalisti arrivati a Sant’Angelo Lodigiano di attendere che «dalle indagini arrivino elementi più solidi»

Chiedono di essere lasciati in pace i famigliari di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta nel fiume Lambro la scorsa domenica sera. La morte della donna è avvenuta dopo le polemiche per la veridicità della recensione negativa pubblicata sui suoi social. Un caso che ha inevitabilmente portato nel piccolo centro del Lodigiano diversi giornalisti, ai quali ora la famiglia chiede una tregua: «Figlia, marito e madre di Giovanna Pedretti si sentono sotto assedio, trovandosi ogni volta che escono di casa qualche cronista che li attende in strada per fare domande», dice l’avvocato Simona Callegari, che assiste i famigliari della ristoratrice. «Stanno vivendo un enorme dolore, la loro richiesta alla stampa è di dare tregua, di rispettare la sofferenza di una famiglia, in attesa che dalle indagini arrivino elementi più solidi».


Gli striscioni contro stampa e Tv

L’appello arriva dopo che in paese sono apparsi due striscioni contro la pressione mediatica sempre più forte. Su un lenzuolo bianco affisso la scorsa notte lunga la cancellata del parco pubblico davanti al ristorante Le Vignole è apparsa la scritta: «Stampa e tv rispettate la famiglia e non fatevi vedere più». E mentre sui social, gli amici della famiglia della ristoratrice rilanciavano l’appello, è apparso un secondo striscione, fuori da una casa accanto al ristorante, con lo stesso testo del precedente.


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