Bloomberg: «Il governo italiano vuole vendere fino al 4% di Eni». Previsto un incasso di 2 miliardi di euro

L’eventuale cessione rientrerebbe nel piano di privatizzazioni annunciato dall’esecutivo

Il governo italiano sta pianificando di vendere fino al 4% di Eni dopo che la compagnia petrolifera avrà completato il piano di buy back in scadenza ad aprile. A lanciare l’indiscrezione è Bloomberg, che cita fonti vicine al dossier che hanno chiesto di rimanere anonime. Questa mossa garantirebbe allo Stato di incassare 2 miliardi di euro e contribuirebbe a ridurre il debito pubblico, che in Italia sfiora il 135% del Pil ed è uno dei più alti in Europa. Attualmente, il ministero dell’Economia e delle Finanze possiede una partecipazione del 4,7% in Eni, mentre Cassa Depositi e Prestiti – controllata a sua volta dal Mef – ne detiene il 27,7%. Il ministero che fa capo a Giancarlo Giorgetti si è rifiutato di commentare l’indiscrezione di stampa, ma la cessione di alcune quote rientrerebbe nei piani indicati dal governo nella Nadef, che cita tra gli obiettivi pluriennali l’avvio di privatizzazioni per l’1% del Pil. In termini assoluti, questo significa che l’esecutivo intende incassare all’incirca 20 miliardi di euro entro il 2026. Al World Economic Forum in corso in questi giorni a Davos, Giorgetti ha spiegato di aver parlato della vendita di alcune partecipazioni statali con fondi esteri. Nella lista di altre aziende italiane su cui il governo potrebbe cedere delle quote figurano anche Poste Italiane, Ferrovie dello Stato, Banca Monte dei Paschi di Siena e Ita Airways.


Foto di copertina: ANSA/Fabio Cimaglia | La sede dell’Eni nel quartiere EUR, a Roma (21 settembre 2022)


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