Omicidio Pamela Mastropietro, confermato l’ergastolo per Oseghale: la sentenza della Cassazione

L’uomo era stato condannato all’ergastolo per il femminicidio della 18enne uccisa a gennaio 2018 in Appello

È definitiva la condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale, accusato di omicidio e violenza sessuale ai danni di Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa a Macerata il 30 gennaio 2018. A deciderlo i giudici di Cassazione, dopo l’esame dell’istanza di impugnazione presentata dalla difesa di Oseghale a seguito della sentenza della Corte d’appello di Perugia che aveva confermato anche l’aggravente dello stupro nei confronti dell’imputato. Nei gradi precedenti, infatti, il pusher Oseghale è stato condannato alla pena massima per omicidio, violenza sessuale, distruzione e occultamento di cadavere.


La difesa di Osghale: «Le prove? Contraddittorie»

Per la procuratrice generale Francesca Loy la validità della violenza sessuale si basava sulla «prova logica» e pertanto riteneva «inammissibile» la richiesta di rigettare la condanna. Per gli avvocati di Oseghale, invece, nella sentenza della Corte c’erano delle «contraddizioni interne». A loro avviso, «il racconto dei giudici della Corte di appello di Perugia non è altro che un racconto di quanto loro stessi possono solo immaginare. Sono circostanze introdotte come certezze ma che si fondano su pure congetture e immaginazione». La difesa rigettava, inoltre, anche il movente della violenza sessuale delineato dai magistrati, ovvero un rapporto non protetto: «Ancora oggi non si capisce come sia uscita fuori l’ipotesi per cui la ragazza pretendeva l’uso del profilattico. Il percorso argomentativo dei giudici di Perugia è stato illogico e contraddittorio».


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