Paolo Rossi e il cancro del politicamente corretto: «La cultura oggi è l’oppio dei popoli»

L’attore: oggi impera l’autocensura

Il comico, attore e drammaturgo Paolo Rossi odia il politicamente corretto. E ritiene che le norme e l’autocensura distruggano la creatività. In un’intervista al Fatto Quotidiano Rossi dice che «la cultura oggi è l’oppio del popolo pubblico come lo era un tempo la religione, con tanto di norme, divieti e consigli sui comportamenti. In un mondo che ci vede sotto tensione ci vuole un pensiero unico, ‘per bene’, tranquillizzante, affinché poi ci si possa sfogare sulle emergenze, dal clima alla salute e prima di tutto la guerra». Ma aggiunge anche che «nessuna ordinanza o galateo farebbe presa se non ci fosse un terreno fertile. Una signora all’uscita di uno spettacolo mi dice: ‘Signor Rossi, lei è molto bravo, fa lavorare anche attori e musicisti di colore’. La ringrazio, e lei: ‘Se mi permette, però dà loro sempre la parte dei neri. ..’. Sono rimasto di sasso».


L’autocensura

Oggi, dice Rossi a Federico Pontiggia, impera l’autocensura: «E c’è un alto rischio di contagio. Devi stare molto attento, io finora ho preso solo raffreddori, ma l’energia negativa la senti». Mentre la via d’uscita è «Raccontare storie a volte deliranti, parzialmente inventate, perché gratta gratta sotto c’è un’ulteriore verità. È il mio mestiere, il mio dovere di contastorie. C’è in corso una guerra psichica, e la prima strategia è cantare l’inno del nemico e togliergli forza: anche per le parolacce, il tono è tutto. Nell’intercalare “cazzo” ci vuole stile, non puoi dirlo così, alla cazzo». Mentre quando fa spettacolo fa anche «controinformazione, sveli magagne, gridi che il re è nudo: e non solo è nudo, ma vi sta prendendo per il culo. Ebbene, lo dici alla gente, e la gente ti risponde ‘hai ragione’ e ride. Ma non devi, ti prendono per il culo e ridi?».


La femminista

Infine, Rossi racconta qual è l’antidoto al politicamente corretto con un aneddoto: «Una ragazza molto presa, femminista, mi ha interrotto Da questa sera si recita a soggetto: ‘Come mai in compagnia hai quattro uomini e solo due donne?’. Le ho risposto: ‘E chi ti dice che siamo quattro uomini?’. È venuto giù il teatro».

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