Neonato abbandonato ad Aprilia, continuano le ricerche delle madre. Le dottoresse: «Lo ha portato nel posto più sicuro»

Il sindaco della città ha voluto lanciare un appello alla madre: «Se verrà rintracciata aiuteremo lei e il bambino»

Un piccolo di otto mesi lo scorso venerdì è stato lasciato dalla madre al pronto soccorso dell’ospedale Città di Aprilia, vicino Latina. La donna, che non è stata ancora identificata, sembra poi essere sparita nel nulla. I Carabinieri, che indagano per abbandono di minore, hanno anche passato al vaglio le videocamere di sorveglianza nel tentativo di rintracciarla. Le inquadrature mostrano una donna giovane che si aggirava attorno alla struttura con un passeggino. Poi, verso le 20 di sera, si è fatta coraggio ed è entrata nell’ospedale, con il volto coperto. Ha sistemato la copertina sul bambino, e dopo aver aspettato qualche istante nei paraggi si è dileguata.


«Ho capito subito cos’era successo»

Quello che è successo dopo, lo ha raccontato al Corriere della Sera Sara Fanella, l’infermiera del 118 che ha attivato i soccorsi: «Stavo finendo il turno e dopo aver consegnato un paziente al personale medico sono stata attirata dalla vista di una carrozzina, proprio all’altezza delle prime poltrone nella sala d’attesa. Mi sono avvicinata è c’era questo bimbo sorridente, vigile e reattivo, con cui mi sono messa a giocare. Poco dopo ho chiesto di chi fosse, e mi è stato risposto che la mamma era andata in bagno da cinque minuti. Ho pensato che fosse passato troppo tempo: abbiamo iniziato a cercarla dentro e fuori la struttura, ma quando abbiamo visto lo zainetto con un cambio e i pannolini nel passeggino, ed il biberon quasi finito, abbiamo capito tutto, allertando i medici e le forze dell’ordine».


Fanella spiega ancora che da subito «è scattata la solidarietà e una forte emozione: chi ha portato un gioco, chi un cambio… Ognuno avrebbe voluto prendere il piccolo e portarlo con sé. Io, dopo il turno, sono tornata in ospedale e sono rimasta con lui sino alle 22, quando il turno era già finito, per assicurarmi che tutto andasse bene. A quell’ora è stato trasferito in una casa famiglia». «Inizialmente – confessa – ho provato un sentimento di rabbia verso chi aveva lasciato il proprio figlio, ma poi ho pensato che scegliere l’ospedale era come metterlo al sicuro. Non sarà stato facile prendere una decisione così estrema per quella donna. Evidentemente doveva andare così».

Adottato per un giorno

Di sicuro l’intuizione della donna era giusta: l’ospedale si è rivelato il posto più accogliente e sicuro per il piccolo. La dottoressa Serena Ragonici, che era di turno nella sala della emergenze (ed è stata dunque il primo medico con cui il piccolo ha avuto a che fare nel pronto soccorso), ha raccontato che è stato come «aver adottato il neonato per un giorno». «Tutto il personale è rimasto colpito da questa storia, e si è messo a disposizione per aiutare il neonato. A fine serata c’erano già 4 buste piene di giochi, latte e biscotti per lui. A tutti è venuto naturale accudirlo, e persino dargli un nome. Dai tratti somatici pensavamo ad un bimbo dell’Est, e nei vari nomi che provavamo ad indovinare, quando abbiamo detto Lucas, lui ci ha sorriso. Per noi sarà sempre Lucas», ha raccontato Ragonici.

E ancora: «Il neonato è sembrato sempre a suo agio, non ha mai pianto, era reattivo e ben nutrito. Lo abbiamo subito fatto giocare gonfiando un guanto come un palloncino. Lo facciamo sempre, ed è stato così anche per lui». «Nessuno se la sente o si è permesso di giudicare l’accaduto – conclude la dottoressa – e personalmente voglio pensare che il gesto di separarsi dal figlio fosse dovuto al desiderio di dargli un futuro migliore».

Un appello alla mamma

Adesso il piccolo è stato affidato ai servizi comunali di Aprilia, che in poco tempo hanno trovato per lui una casa famiglia. Era in buone condizioni di salute: «Le sue condizioni igieniche erano discutibili, aveva il pannolino, era pieno, i vestitini erano un po’ sporchi. Ma stava bene, si vedeva, non ha mai pianto, anzi ha sorriso tutto il tempo», ha raccontato Tiziana Iannotta, infermiera dell’ospedale Città di Aprilia. Tutte le dottoresse intervistate dal Corriere hanno raccontato di aver pensato di adottare il piccolo.

E hanno voluto rivolgere un appello a sua madre: «Se cambia idea noi siamo qua, siamo pronte ad aiutare questa mamma se ci ripensa – ha affermato anche la dottoressa Maria Grazia Di Nuzzo -. Ci sono molti modi per sostenerla e se vorrà le daremo una mano». Ha fatto eco il sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi: «È stata una storia che ha scosso tutti e che seguiremo da vicino. So che il piccolo sta bene nella casa famiglia in cui si trova, continua ad essere sorridente e questo ci conforta molto. Non ci sono notizie sulla madre, ma qualora venisse rintracciata ci adopereremo per assistere entrambi, nella speranza che possano tornare insieme».

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