Perché il freddo record può essere una conseguenza del cambiamento climatico (e non una prova che non esista)

Temperature sotto zero e incursioni gelide a volte costituiscono semplicemente l’altra faccia del cambiamento climatico

«Fa freddo, quindi il cambiamento climatico non esiste». Questa, in sostanza, la tesi di coloro che su gruppi dedicati si prodigano in presunte dimostrazione del complotto del riscaldamento globale, arrivando persino a sostenere che il 2023 sia stato «l’anno più freddo degli ultimi decenni» e che il 2024 sia destinato quantomeno ad eguagliare il record. In realtà, il freddo record può essere una conseguenza del cambiamento climatico. Vediamo perché.

Per chi ha fretta:

  • Numerosi utenti sui social usano le temperature talvolta rigide di questo inverno come prova che il cambiamento climatico non esista.
  • Sia in Europa che in Nord America, le temperature sono state a tratti più fredde della media.
  • Il cambiamento climatico comporta un incremento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, tra cui anche le ondate di aria gelida a latitudini temperate.
  • Fenomeni di questo tipo sono sempre maggiormente legati all’indebolimento del vortice polare artico, conseguente all’incremento della temperatura del polo nord.
  • Quindi, il freddo record può essere una conseguenza del cambiamento climatico.

Analisi

Il post più diffuso è il seguente. Vediamone uno screenshot. Nella descrizione si legge:

Adesso stiamo battendo tutti i record di freddo e ghiaccio e neve iniziato ad ottobre 2023 nell’emisfero nord ( vedasi cartina grande ) che ha fatto si che il 2023 sia l’anno più freddo degli ultimi decenni e sulle ottime basi del 2023 anche il 2024 si candida ad essere uno dei più freddi di sempre perché riceve questa bella eredità dal 2023. Pertanto davanti a queste evidenze scientifiche chissà cosa diranno i vari Buffoni di corte come Al Gore , Greta Thunberg, Gutierrez, ed i vari esperti lacchè del pensiero unico come Tozzi , farfallino Mercalli , Cecchi Paone , e tanti altri buffoni che martellano i cittadini con i Continui appelli al caldo come dichiarare falsamente che il 2023 sia l’anno più caldo da milioni di anni…Ahahahah

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato

Partiamo dall’informazione clamorosamente falsa, ovvero quella secondo cui il 2023 sarebbe stato «freddo». In realtà è ormai ufficiale che l’anno appena conclusosi è stato il più caldo mai registrato da quando vengono registrate le temperature del pianeta.

Perché quest’anno fa così freddo

Veniamo dunque a quello che numerosi post nel gruppo tentano invano di dimostrare, ovvero la correlazione tra un inverno freddo e l’inesistenza del cambiamento climatico.

Qualcuno adduce come prova i 26 gradi sottozero di Livigno a metà gennaio, con un ironico: «OOPS…».

Altri si affidano all’inizio della stagione sciistica a nell’altopiano abruzzese di Campo Imperatore: «Ma come ma per tutti i tg ,TV e meteo serristi ed allarmisti di regime filo Greta Thunberg non c’era l’anticiclone che aveva sciolto tutta la neve da domenica ad oggi. Ahahahah».

Altri ancora usano come prova la copertura nevosa in Europa al 20 gennaio 2024.

La temperatura media del pianeta e i dieci anni più caldi di sempre

Come abbiamo molte volte illustrato su Open, l’aumento della temperatura media del pianeta, inequivocabilmente in corso nell’era industriale, tanto che i 10 anni più caldi dall’inizio delle rilevazioni nel 1873 si sono tutti verificati dal 2014 in avanti. In altri parole, gli ultimi 10 anni sono stati i 10 più caldi della storia delle registrazioni.

NASA / Andamento della temperatura media globale annuale dal 1880 ad oggi

La frequenza degli eventi meteorologici estremi

La stragrande maggioranza della letteratura scientifica riguardante il cambiamento climatico è chiara: l’aumento della temperatura media del pianeta non provoca solo anni generalmente più caldi, ma incrementa la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi. Ciò non si applica solamente alle ondate di calore, ai periodi di siccità o ai nubifragi, ma anche alle incursioni gelide.

L’indebolimento del vortice polare artico

Nello specifico, nei primi giorni del 2024, hanno destato scalpore le temperature particolarmente rigide che hanno investito l’Europa continentale e il l’America settentrionale. Secondo diversi studi (ad esempio questo del 2018 e questo dello scorso anno), fenomeni di questo tipo sono legati all’indebolimento del vortice polare artico, ovvero la corrente a getto che gira intorno all’area polare del globo, tenendo l’aria fredda confinata alle latitudini più lontane dall’equatore. La forza del vortice è legata alla differenza di temperatura tra l’aria polare e quella delle zone più meridionali. L’artico, però, si sta surriscaldando più in fretta rispetto al resto del pianeta, e mano a mano che la differenza tra le masse d’aria diminuisce, il vortice polare perde di vigore, fallendo nella sua funzione di confinamento della gelida aria artica. Il risultato? Correnti fredde investono zone temperate per più tempo e con più forza rispetto al passato. Ma sicuramente non costituiscono prova che il cambiamento climatico non esista.

Elena Shao / The New York Times | Schema grafico che rappresenta il vortice polare indebolito che straborda verso le latitudini temperate degli Usa

Il freddo può essere una conseguenza del cambiamento climatico

Al momento non è chiaro se le ondate di freddo di questo inverno in Europa e in America siano causate da questo fenomeno. Ma certamente non smentiscono il fatto che il pianeta sia più caldo di quanto lo sia mai stato a memoria umana. In ogni caso, menzionare le temperature più fredde, tralasciando che nel dicembre del 2023 si sono verificate anomalie che in Sicilia hanno portato il termometro a sfiorare i 30 gradi, non può costituire una solida argomentazione.

Conclusioni

Numerosi utenti sui social usano le temperature talvolta rigide di questo inverno come prova che il cambiamento climatico non esista. Sia in Europa che in Nord America, le temperature sono state a tratti più fredde della media. Il cambiamento climatico comporta un incremento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, tra cui anche le ondate di aria gelida a latitudini temperate. Fenomeni di questo tipo sono sempre maggiormente legati all’indebolimento del vortice polare artico, conseguente all’incremento della temperatura del polo nord. Ma sicuramente non costituiscono prova che il cambiamento climatico non esista.

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