Dal progetto per i semi di girasole in Egitto al biocarburante in Kenya, i primi punti del piano Mattei. Boldrini: «Poca chiarezza su fondi, tempi e partner»

Nel complesso i finanziamenti saranno per 5.5 miliardi. Rosato (Azione): «Auspichiamo funzioni ma chiediamo di saperne di più»

I punti del piano Mattei per l’Africa sono ancora poco chiari, ma oggi Giorgia Meloni ha portato al meeting Italia Africa i primi titoli. Parlando, prima di tutto di un fondo complessivo di 5,5 miliardi di euro in sette anni e di cinque linee guida di intervento, con alcuni progetti pilota di cui ha elencato i soli titoli. Vale la pena elencarli, così come li ha enunciati la premier:


Istruzione


  • Un progetto in Marocco per un centro di eccellenza nella formazione sulle energie rinnovabili;
  • La costruzione di scuole e scambi di studenti e insegnanti in Tunisia.

Salute:

  • Migliorare i servizi primari pediatrici in Costa d’Avorio.

Agricoltura:

  • In Algeria il monitoraggio satellitare dei campi agricoli e raccolta dati;
  • In Mozambico un centro di eccellenza sui semi e l’agricoltura;
  • In Egitto, ad Alessandria, un centro di ricerca per coltivare grano, soia e semi di girasole
  • In Congo la costruzione di pozzi e reti depurazione dell’acqua

Energia:

  • In Tunisia il South Corridor per l’idrogeno;
  • In Kenya progetti sui biocarburanti che coinvolgeranno 400mila agricoltori entro il 2027.

Modalità, linee di finanziamento e tempi di attuazione, però non sono al momento molto chiari, tanto più che solo il 18 gennaio la struttura di missione è diventata realtà con la pubblicazione del Decreto legge convertito in Gazzetta ufficiale. E infatti non mancano le critiche da parte di diversi esponenti dell’opposizione. «Un progetto articolato parte da un documento iniziale, poi spiega gli obiettivi, indica risorse e arco di tempo necessario – commenta Laura Boldrini che ha lavorato a lungo nelle agenzie delle Nazioni unite – Qui invece siamo in un mondo alla rovescia. In parlamento abbiamo votato un decreto legge per creare una struttura amministrativa presso palazzo Chigi, con una spesa aggiuntiva di 3 milioni, senza sapere cosa si farà». Secondo la parlamentare pd manca il progetto al momento, le spiegazioni di come si interverrà, nessuna menzione nella relazione di Meloni «sul rispetto dei diritti umani e il superamento dei conflitti che insanguinano Africa, come non c’è menzione del terrorismo che in Africa generano milioni di rifugiati, tutti temi che come membri dell’Unione europea avremmo dovuto sollevare perché non c’è sviluppo senza democrazia e rispetto dei diritti fondamentali». I capitoli di spesa, poi, sono piuttosto limitati, dice Boldrini: «L’Unione europea ha fatto un accordo da 150 miliardi due anni fa. La Germania ne ha fatto un altro da 4 miliardi solo sull’energia verde. Meloni vuol far credere che l’Italia, grazie a lei, sia la prima ad occuparsi dell’Africa ma così non è. E che possa fare concorrenza a Russia e Cina. Oltre al fatto che bisognerebbe avere la consapevolezza dei propri limiti, questi paesi hanno l’obiettivo di sfruttare l’Africa a proprio vantaggio, non certo lo sviluppo del Continente». Anche Ettore Rosato, che proprio oggi è entrato in Azione, dopo aver lasciato Italia Viva, esprime perplessità: «Bene che l’Italia prenda iniziativa su questo tema, ma vogliamo capire cosa c’è nel piano Mattei. Se bisogna giudicare da quello che sappiamo, cioè nulla, il giudizio è negativo. Speriamo ci giungano presto notizie buone perché noi facciamo il tifo che un piano esista e sia efficace».

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