Caso Ilaria Salis, cosa sappiamo dalle fonti ungheresi e dall’analisi delle immagini

Tutto quello che sappiamo sulle aggressioni, dagli orari alle vittime, e alcuni dubbi riscontrati attraverso le immagini

Ilaria Salis, secondo quanto riferito dal suo avvocato italiano Eugenio Losco, si sarebbe recata a Budapest nel febbraio 2023 per partecipare a una contro-manifestazione nel Giorno dell’Onore, che commemora l’anniversario del tentativo, nel 1945, da parte di un battaglione nazista di impedire l’assedio di Budapest da parte dell’Armata Rossa. Arrestata insieme a due tedeschi mentre si trovavano a bordo di un taxi, attualmente si trova detenuta a Budapest con l’accusa di aver aggredito presunti manifestanti della commemorazione di estrema destra. La magistratura ungherese le aveva proposto un patteggiamento a 11 anni di carcere, che lei ha rifiutato, rinviando poi il processo al 24 maggio 2024. In questo articolo ricostruiamo alcuni aspetti della vicenda attraverso le narrazioni dei media e alcune analisi delle immagini note fin dal febbraio 2023. Vista la complessità dell’evento, e delle informazioni contrastanti, l’articolo potrebbe essere ulteriormente aggiornato.

Le cinque aggressioni

Inizialmente, la Polizia ungherese aveva riportato un elenco di quattro aggressioni avvenute tra il 9 e l’11 febbraio 2023. Nel corso del tempo, le aggressioni registrate sono risultate essere cinque, come riportano i media ungheresi il 31 ottobre 2023, riprendendo un comunicato della Procura. Quest’ultimo fa riferimento a un precedente comunicato, del 9 ottobre 2023, della Polizia ungherese.

Le vittime sono nove e provengono da diverse nazionalità: ungheresi, polacchi e tedeschi. In merito all’entità dei danni subiti, ci sono dati contrastanti. La Polizia sostiene che “quattro delle vittime sono rimaste gravemente ferite e cinque sono rimaste leggermente ferite”. Secondo la Procura, “sei di loro hanno riportato ferite gravi, mentre tre hanno riportato ferite lievi, ma molti di loro rischiavano di provocare lesioni mortali”.

Secondo le indagini, le aggressioni sarebbero state pianificate e guidate da un coordinatore, con il compito di fornire ai facinorosi un segnale di inizio e di fine dell’attacco. Nelle ricostruzioni si tiene conto anche della presenza di un’ulteriore figura, quella di una vedetta il cui compito era monitorare l’area di azione e impedire l’intervento di estranei. Quest’ultima è individuabile attraverso i suoi movimenti nel video di una delle aggressioni, come possiamo intuire attraverso la visione della seguente immagine.

Nel comunicato, la Procura afferma che i membri del gruppo comunicavano tra loro attraverso una non specificata “applicazione darknet”. Al momento, non è noto su quali dispositivi avrebbero utilizzato tali applicazioni e i contenuti delle presunte comunicazioni.

La cronologia delle aggressioni

La prima e la seconda aggressione sono avvenute il 9 febbraio 2023, rispettivamente presso la stazione metropolitana di Nyugati (ne parlavano alcuni siti lo stesso giorno) e piazza Fővám (nella mappa sottostante in viola). La terza e la quarta sono avvenute il 10 febbraio 2023, rispettivamente in piazza Gazdagréti alle ore 12:25 e in via Bank poco prima della mezzanotte (nella mappa sottostante in rosso). L’ultima e quinta è stata registrata in via Mikó poco dopo la mezzanotte tra il 10 e l’11 febbraio 2023 (nella mappa sottostante in arancione). Secondo quanto riportato dal sito Pestisracok.hu, nell’episodio di via Bank ci sarebbero due possibili testimoni.

I video e le immagini delle aggressioni

Gli unici due video che circolano al momento riguardano la terza aggressione, quella avvenuta in piazza Gazdagréti alle ore 12:25. A diffonderli è stato il canale Telegram Nacionalista Zóna 3.0 in un post del 10 febbraio 2023. La vittima viene identificata come T. Zoltàn, tabaccaio in un punto vendita vicino alla piazza. Non risulta che abbia partecipato alle commemorazioni di estrema destra, ma sarebbe stato preso di mira a causa del suo abbigliamento militare.

Le scene video vengono erroneamente attribuite all’assalto del musicista di estrema destra László Dudog, diventato noto per la diffusione della foto raffigurante il suo volto tumefatto a seguito dell’aggressione, la quarta in ordine cronologico e avvenuta in via Bank. Le clip non potevano riguardare il suo caso per via dell’orario, della distanza geografica e le differenze fisiche con T. Zoltàn.

Inoltre, la foto di una testa con diversi punti di sutura è stata erroneamente attribuita a Dudog. In realtà, lo scatto riguarda un ragazzo tedesco vittima dell’ultima aggressione, la quinta avvenuta poco dopo in via Mikó. Il sito Abouthungary.hu riporta un collage di quelle che sarebbero le presunte foto di alcune vittime delle aggressioni, dove una di queste (quella in alto a sinistra) mostra le stesse ferite in testa subite dal tedesco in via Mikó.

L’arresto di Ilaria Salis insieme a due tedeschi

Ilaria Salis è stata arrestata nel corso della giornata dell’11 febbraio 2023 insieme ad altre due persone. Uno di questi è il tedesco Tobias Edelhoff (ripreso in una foto durante l’arresto) che si è dichiarato colpevole. Secondo quanto riportato dal sito della Polizia ungherese, vennero individuati mentre erano a bordo di un taxi in viale Teréz a Budapest:

A BRFK nyomozói 2023. február 11-én egy gyűlés helyszínének közelében felismertek három feltételezett elkövetőt – egy 29 éves német állampolgárságú férfit, egy 26 éves német és egy 38 éves olasz állampolgárságú nőt – akiket még aznap a VI., Teréz körúton a BRFK rendőrei elfogtak.

Secondo il racconto riportato da alcuni siti e media ungheresi, i tre sarebbero fuggiti una volta notati gli agenti di Polizia per poi cercare di allontanarsi a bordo del taxi. Inoltre, avrebbero tentato di nascondere le loro “armi” nel mezzo.

Nel video diffuso dalla Polizia ungherese vengono mostrati gli oggetti che sarebbero stati trovati durante la perquisizione dei tre arrestati. Ilaria aveva un manganello retrattile, come confermato dal padre indicandone il possesso per «difesa personale» («Lo aveva portato con sé per un’eventuale difesa personale» riporta Il Corriere).

In un comunicato della Polizia ungherese del 13 febbraio 2023, Ilaria Salis e Tobias Edelhoff risultavano indagati per atti di violenza e lesioni, mentre la donna tedesca per aver collaborato alla preparazione di un’altra aggressione. Ilaria e Tobias si sarebbero rifiutati di parlare durante l’interrogatorio.

Le accuse contro Ilaria Salis

Nessuna delle vittime avrebbe presentato denuncia a seguito delle aggressioni. Se in Italia reati di questo genere, salvo lesioni gravissime, vengono perseguiti a seguito di una denuncia, in Ungheria è diverso. Anche nel caso ci fossero soltanto ferite lievi, le aggressioni registrate a febbraio 2023 vengono equiparate al reato di tentato omicidio.

Le prime due aggressioni sono avvenute prima dell’arrivo di Ilaria Salis a Budapest, pertanto l’accusa si è soffermata sulle tre restanti. Secondo quanto riportato dal sito ungherese Hvg.hu, avrebbe partecipato alla terza aggressione in piazza Gazdagréti alle ore 12:25 del 10 febbraio 2023. Nella ricostruzione riportata da Hvg, Ilaria avrebbe tenuto a terra la vittima T. Zoltàn «per le ginocchia». Nel video sono due le persone di corporatura esile (probabilmente entrambe donne) che tengono la vittima per le gambe. Tuttavia, i volti degli aggressori sono del tutto coperti e pertanto non risulta comprensibile come possano aver individuato l’italiana nel gruppo.

Dal portale Abouthungary.hu vengono riportate delle accuse attribuite ai tre arrestati l’11 febbraio 2023. I reati contestati a Ilaria Salis sono: tentata lesione con pericolo di vita (prima aggravante) durante 3 aggressioni e per associazione a un’organizzazione criminale (seconda aggravante). In 2 aggressioni viene accusata di essere complice attiva, in un’altra come descritta come «complice prima del fatto». Secondo quanto spiegato dall’avvocato italiano Eugenio Losco, contattato telefonicamente da Open, Ilaria Salis sarebbe accusata solo per le due aggressioni del 10 febbraio 2023. Tra queste ci sarebbe dunque quella che vede coinvolto l’estremista di destra Dudog.

L’aggravante dell’associazione

Ilaria Salis viene accusata di appartenere al gruppo di estrema sinistra Hammerbande di cui risulta come membro il tedesco Tobias Edelhoff (su sua stessa ammissione), l’unico ad essersi dichiarato colpevole delle aggressioni. Il gruppo risulta fondato dall’estremista di sinistra tedesca Lina Engel, soprannominata la «cacciatrice di nazisti», al fine di organizzare operazioni punitive contro coloro che vengono considerati militanti di estrema destra. Secondo la Bild, tra i ricercati per le aggressioni del febbraio 2023 a Budapest ci sarebbero altri membri del gruppo.

Rispetto a Ilaria, i due tedeschi arrestati insieme a lei viene contestato il reato di associazione a un’organizzazione criminale. In merito all’ammissione di colpa da parte del tedesco Tobias Edelhoff, secondo quanto dichiarato dall’avvocato di Ilaria, Eugenio Losco, le accuse a lui rivolte sarebbero diverse da quelle contro la sua assistita. Di fatto, dichiarandosi colpevole ha ottenuto 3 anni di carcere, mentre per Ilaria ne sono stati proposti 11 in caso di ammissione. Pertanto, al momento, non si può sostenere che il “patteggiamento” di Tobias indichi la colpevolezza di Ilaria Salis.

La teoria sulle scarpe bianche di Ilaria Salis

Dai filmati del processo, Ilaria Salis indossava delle scarpe bianche che hanno destato curiosità, associandole alle scarpe di uno degli aggressori ripresi nel video piazza Gazdagréti (un esempio qui, qui e qui).

Le scarpe indossate durante il processo risultano simili al modello Court Borough Mid 2. Dai fotogrammi del video si possono notare delle differenze, in particolare il collo e le suole. Queste ultime sono bianche, mentre nel video è presente del nero in entrambe le scarpe e con un disegno diverso.

Dal video diffuso dalla Polizia ungherese il 13 febbraio 2023, le persone arrestate e portate in centrale indossavano scarpe scure e non bianche. Potrebbe esserci la possibilità che il giorno dopo le aggressioni, o «durante la fuga» come sostiene il sito ungherese Ripost.hu, abbiano cambiato completamente gli abiti, incluse le scarpe. Difficilmente avrebbero avuto gli stessi indumenti nel giorno del processo se questi provassero il loro coinvolgimento.

I possibili dubbi sui vestiti

Risulta fattibile che i facinorosi abbiano cambiato i propri vestiti a seguito delle aggressioni per depistare le ricerche. Tuttavia, si tratta di una delle tante possibilità e non sappiamo se la Polizia abbia trovato gli indumenti ripresi nel video di piazza Gazdagréti nell’abitazione in cui soggiornavano i tre arrestati. L’altra possibilità è che abbiano mantenuto le vesti del giorno dell’aggressione, ossia del giorno prima, e questo potrebbe fornire un’ulteriore chiave di lettura.

Nel video dell’arresto, la Polizia ungherese si sofferma su due degli accusati. Da una parte c’è l’unico uomo, il tedesco Tobias Edelhoff, e dall’altra Ilaria Salis. Il primo viene tenuto fermo dagli agenti davanti alla porta del passeggero davanti del Taxi, con indosso una giacca scura.

Nel video vengono mostrati degli oggetti che sarebbero stati trovati durante le perquisizioni degli arrestati. Tra questi c’è un manganello retraibile, che il padre di Ilaria ha evidentemente riconosciuto sostenendo che ne era in possesso per «difesa personale». Secondo le riprese, il manganello era nella tasca della persona che indossava una giacca arancione, ripresa in un momento successivo mentre viene portata nei corridoi della centrale.

I vestiti della terza persona arrestata

Nel video della Polizia ungherese non viene dato risalto alla terza persona arrestata, la cittadina tedesca Anna Christina Mehwald (foto sotto). Nelle riperse si riesce a vedere solo una parte del suo abbigliamento che, osservando attentamente, potrebbe fornire uno spunto di riflessione.

Durante l’arresto, la donna indossava quella che sembra una spessa sciarpa bianca, una giacca scura e quelli che sembrano dei jeans chiari. Una delle persone riprese durante l’aggressione in piazza Gazdagréti indossava una sciarpa spessa bianca, una giacca scura e dei jeans chiari.

Come spiegato in precedenza, alcuni degli autori delle aggressioni potrebbero aver cambiato i loro indumenti a seguito degli attacchi, altri no. Non possiamo confermare o smentire che l’aggressore con la giacca arancione sia Ilaria Salis, anche perché non è pubblicamente noto il risultato delle indagini e le presunte prove che l’hanno portata a processo. Quel che è certo è che durante l’aggressione, la persona con la giacca arancione non ha usato un manganello retraibile e i suoi indumenti non corrispondono a quelli indossati da Salis durante l’arresto e durante il processo.

Rimane il dubbio sulla persona con la sciarpa spessa bianca ripresa nel video dell’aggressione, la quale potrebbe essere (oppure no) la tedesca Anna Christina Mehwald. C’è da dire, infine, che non si conosce il giorno e l’orario di arrivo di quest’ultima a Budapest, mentre secondo il sito ungherese Pestisracok.hu sarebbe stata trovata in possesso di un martello e di uno spray al peperoncino al momento dell’arresto.

I precedenti attribuiti a Ilaria Salis

A fine gennaio 2024, nel pieno del dibattito sulle condizioni di Ilaria Salis, la Lega riporta che sarebbe finita sotto processo per aver partecipato all’assalto di un gazebo del partito nel 2017. Il legale di Ilaria Salis aveva poi replicato alle accuse mosse dai leghisti: «È stata assolta per non aver commesso il fatto. Il giudice nella sentenza ha specificato che risulta aver partecipato solo al corteo senza in alcun modo aver partecipato all’azione delittuosa di altre persone né di aver in qualche modo incoraggiato o supportato altri a farlo».

C’è un’altra vicenda. Secondo quanto riportato da Il Giorno, in un articolo del 1 febbraio 2024, Ilaria Salis sarebbe stata «condannata per concorso morale in resistenza a pubblico ufficiale con sentenza definitiva della Cassazione dello scorso luglio per gli scontri scoppiati nel 2014 con le forze dell’ordine intervenute per sgomberare un centro sociale in via Ravenna 30 a Milano in uno stabile di proprietà del Comune».

I giorni di prognosi e le leggi ungheresi

Si parla molto delle prognosi certificate per le vittime delle aggressioni, riportando dai 5 agli 8 giorni. La stessa informazione viene fornita a Open dall’avvocato Losco. Gli stessi numeri vengono forniti da Il Giorno in un’intervista al sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, ma sul caso riguardante un altro presunto protagonista delle aggressioni accusato insieme a Ilaria Salis: l’italiano Gabriele Marchesi, attualmente ai domiciliari in Italia. Cuno Tarfusser spiega a Il Giorno la questione riguardo le pene previste in Ungheria anche per lesioni considerate “lievi”:

Nella aggressione al gruppo di estrema destra i due feriti hanno una prognosi certificata di 5 giorni e un altro di 8 giorni: per l’ordinamento ungherese questa ’lesione’, in termini di pena, è equiparata ad un tentato omicidio e chi la commette rischia fino a 16 anni. Condanna che appunto non può essere equiparata a quella prevista dall’ordinamento italiano.

Cuno Tarfusser fa riferimento a due dei nove feriti durante le aggressioni tra il 9 e l’11 febbraio 2023. Sul sito PestiSrácok.hu, in un articolo del 13 febbraio 2023, viene riportata una dichiarazione del tenente colonnello Béla Nyerges della Polizia ungherese dove si parla di diverse vittime con «lesioni gravi» che «richiedono più di 8 giorni per guarire» e che alcune di queste «comportano anche fratture».

L’accusa italiana contro Ilaria Salis

Mentre da una parte si “minimizza” l’eventuale aggressione da parte di Ilaria Salis, citando presunti giorni di prognosi delle vittime, dall’altra c’è chi l’accusa di aver sfigurato a vita una di queste. Parliamo dell’estremista di destra Dudog, come possiamo vedere dal messaggio che ha preso il posto del murale di Laika dedicato a Ilaria: «Ho sfigurato un uomo a vita».

Osservando le foto e i video della band ungherese Mephisto, pubblicate nei mesi successivi all’aggressione, il volto di Dudog non risulta «sfigurato a vita». Lo stesso vale per le foto pubblicate nel suo profilo Facebook personale. Per lui rimane, come per altri, il fatto di essere stato brutalmente aggredito da dei facinorosi.

La strana citazione di Milano Today del sito ungherese

Nel corso della ricerca, riscontriamo alcune anomalie nei racconti pubblicati nei siti e media ungheresi. Nell’articolo del 28 gennaio 2024 del sito Pestisracok.hu viene riportata una citazione tratta da Milano Today:

L’articolo di Milano Today risulta linkato. Rileggendolo, il testo riportato dal sito ungherese non corrisponde. Non c’è alcun riferimento al gruppo di estrema sinistra tedesco Hammerbande, nemmeno nei salvataggi dello stesso articolo su Web Archive.

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