La lettera di Papa Francesco agli “amici ebrei in Israele”: «L’antisemitismo un peccato contro Dio, preghiamo insieme per la pace»

Bergoglio risponde all’appello degli studiosi per il rilancio del dialogo ebraico-cristiano: «Serve collaborazione più stretta per rinnovare il “mai più”»

Non dev’esserci posto nel mondo per la guerra, ma neppure per l’antisemitismo: un male tornato invece a diffondersi con rinnovata velenosità dopo il 7 ottobre. Lo scrive Papa Francesco in una lunga lettera rivolta «ai fratelli e alle sorelle ebrei in Israele». Un passo ritenuto necessario dal Pontefice per rassicurare sulla fermezza del suo impegno nel dialogo ebraico-cristiano, che il Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni aveva denunciato nei giorni scorsi aver fatto passi indietro, oltre che sui sentimenti di amicizia con la popolazione israeliana coinvolta nella guerra. «Insieme a voi, noi cattolici siamo molto preoccupati per il terribile aumento degli attacchi contro gli ebrei in tutto il mondo – scrive Bergoglio nella lettera – Avevamo sperato che “mai più” fosse un ritornello ascoltato dalle nuove generazioni, eppure ora vediamo che il percorso da fare richiede una collaborazione sempre più stretta per sradicare questi fenomeni». Nessun equivoco dev’essere possibile sulla questione, secondo il Pontefice, a maggior ragione in ambienti cattolici: «Il percorso che la Chiesa ha avviato con voi, l’antico popolo dell’Alleanza, rifiuta ogni forma di antigiudaismo e antisemitismo, condannando inequivocabilmente le manifestazioni di odio verso gli ebrei e l’ebraismo, come un peccato contro Dio».


Il pensiero alle vittime e agli ostaggi

La lettera è stata inviata venerdì 2 febbraio alla teologa dell’Università ebraica di Gerusalemme Karma Ben Johanan, tra le promotrici nelle scorse settimane di un appello al Pontefice sottoscritto da circa 400 tra rabbini e studiosi per il consolidamento dell’amicizia ebraico-cristiana dopo la tragedia del 7 ottobre. Nel testo Bergoglio torna a rivolgere il pensiero anche alla situazione di grave crisi in cui versa quella che per il Vaticano è la “Terra Santa”.  «Dal 7 ottobre è precipitata in una spirale di violenza senza precedenti. Il mio cuore è lacerato alla vista di quanto accade, dalla potenza di tante divisioni e di tanto odio. Tutto il mondo guarda a quanto accade in quella Terra con apprensione e con dolore. Sono sentimenti che esprimono vicinanza speciale e affetto verso i popoli che abitano la terra che è stata testimone della storia della Rivelazione». Francesco rivolge un pensiero a tutte le vittime della guerra, di cui chiede ancora una volta la fine, ed uno anche agli oltre 100 ostaggi ancora nelle mani di Hamas, ormai da 120 giorni: «In modo speciale, preghiamo per il ritorno degli ostaggi, rallegrandoci per quelli che sono già tornati a casa, e pregando affinché tutti gli altri si uniscano presto a loro». La lettera del Papa si conclude con un nuovo pressante appello alla pace e alla giustizia in Medio Oriente: «Insieme a voi piangiamo i morti, i feriti, i traumatizzati, supplicando Dio Padre di intervenire e porre fine alla guerra e all’odio». Missione difficilissima, ma è imperativo, ricorda Bergoglio, «non perdere mai la speranza per una pace possibile», rifiutare disfattismo o sfiducia: «Dobbiamo guardare a Dio, unica fonte di speranza certa».


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