La Germania sceglie la «settimana corta»: al via una sperimentazione su larga scala. Ecco le aziende italiane che l’hanno già introdotta

In Italia non è stata approvata una modifica legislativa sulla riduzione dell’orario di lavoro, ma in Europa il trend è in crescita

È la Germania l’ultimo paese europeo a testare la settimana lavorativa di quattro giorni. Nei giorni scorsi, il Paese guidato da Olaf Scholz ha annunciato l’avvio di una sperimentazione che consentirà ai dipendenti di 45 aziende di lavorare un giorno in meno alla settimana a parità di retribuzione. Quella del governo tedesco è in realtà soltanto l’ultima di una lunga serie di iniziative lanciate in Europa per sperimentare la cosiddetta «settimana corta». Negli anni scorsi hanno lanciato progetti simili anche Spagna, Islanda, Svezia, Finlandia e Regno Unito. E l’Italia? Nel nostro Paese non è mai stata approvata una modifica legislativa né una sperimentazione su larga scala nazionale. Ma il numero di aziende che scelgono di sperimentare la nuova organizzazione dell’orario di lavoro cresce di anno in anno.


Gli esperimenti in Italia

Una delle prime a introdurre la settimana corta è stata Intesa San Paolo. La sperimentazione è iniziata ormai più di un anno fa ed è stata proposta ai circa 28mila dipendenti del gruppo che lavorano nelle filiali. Di loro, circa il 70% ha scelto di abilitare la settimana lavorativa di quattro giorni. Nelle scorse settimane si sono aggiunte altre due aziende. Una è Lamborghini, che ha firmato un nuovo accordo sindacale che prevede l’alternarsi di una settimana da 5 giorni e una da 4. L’altra è EssilorLuxottica, che ha proposto ai propri dipendenti la possibilità di applicare la settimana lavorativa di quattro giorni per venti settimane all’anno. Per il gruppo della famiglia Del Vecchio, si tratta soltanto dell’inizio «di un percorso che porta finalmente nelle fabbriche quella valorizzazione di tempo e spazio personale che fino ad oggi è stata un’esclusiva del mondo degli uffici», spiega alla Stampa Piergiorgio Angeli, responsabile delle Risorse umane.


I vantaggi della settimana corta

Stando a quanto stima l’Istat nel suo rapporto «Misure di produttività, anni 1995-2022», una riduzione dell’orario potrebbe incidere positivamente sull’attività delle imprese. La produttività, infatti, diminuisce dello 0,7% per effetto dell’aumento delle ore lavorate. Secondo alcuni esperti, l’introduzione di una settimana lavorativa di quattro giorni potrebbe ovviare a questo problema, permettendo allo stesso tempo di migliorare la salute mentale dei dipendenti. «Non c’è niente di naturale nel lavorare cinque giorni – spiegava l’economista Pedro Gomes lo scorso anno in un’intervista a Open -. La settimana lavorativa è un costrutto sociale, politico ed economico che dovrebbe cambiare ed evolversi man mano che le società cambiano ed evolvono».

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