Il tumore è «trattabile» e il sovrano, 75 anni, ha già iniziato le cure con spirito positivo, fa sapere Buckingham Palace
Re Carlo III ha un cancro. Il male è stato scoperto la scorsa settimana durante il ricovero alla London Clinic resosi necessario per l’intervento alla prostata, anche se il tumore riguarderebbe un’altra parte del corpo. Buckingham Palace ha confermato la notizia, ma non ha voluto fornire ulteriore dettagli su dove il cancro sia localizzato o di che tipo sia, limitandosi a sottolineare che il tumore è considerato «trattabile» e che il sovrano, 75 anni, ha iniziato da oggi «cure regolari» per debellarlo. Il ritiro di Carlo III dagli impegni pubblici ufficiali a questo punto non potrà che proseguire, anche se – fa notare la corte – questo non significa in alcun modo l’inabilità del capo dello Stato a continuare ad assolvere ai suoi diritti costituzionali. Nessuna necessità di una supplenza formale, insomma. Il re «rimane del tutto positivo» al riguardo e «non vede l’ora di tornare ai suoi pieni impegni appena possibile», fa sapere Buckingham Palace.
Il ritorno in patria di Harry e il ruolo di William
La notizia tuttavia è destinata inevitabilmente ad avere ripercussioni anche all’interno della Royal Family. La prima di queste anzi è già avvenuta: il principe Harry, «fuggiasco» negli States ormai da quattro anni con la moglie Meghan Markle, ha fatto sapere a stretto giro di aver parlato con suo padre della diagnosi di cancro e che tornerà nel Regno Unito per vederlo nei prossimi giorni. Proprio nelle scorse ore era stato annunciato invece per dopodomani, mercoledì 7, il ritorno all’attività pubblica del principe William, dopo l’interruzione forzata degli appuntamenti pubblici per assistere la moglie Kate, convalescente, e accudire i tre bambini della coppia.
Farina di rana o la farina di insetti nel Nesquik? Questa l’ultima teoria che circola sui social condivisa da migliaia di utenti. La presunta prova inconfutabile? La presenza, sulla confezione del preparato solubile del simbolo di una rana: il logo della Rainforest Alliance. In realtà il logo non indica che il Nesquik contiene «farina di rana», ma ben altro. Vediamo nel dettaglio.
Per chi ha fretta:
Circola una teoria secondo cui il Nesquik conterrebbe farina di rana o farina di insetti.
La presunta prova sarebbe il logo della Rainforest Alliance, che mostra, appunto, una rana.
In realtà, questo logo non indica che il Nesquik contiene «farina di rana» o «farina di insetti».
Il logo indica che il contenuto è certificato come alimento prodotto utilizzando metodi che supportano i tre pilastri della sostenibilità: sociale, economica e ambientale.
Analisi
Vediamo uno screenshot di uno dei post oggetto di verifica. Nella descrizione del contenuto diffuso migliaia di volte, si legge:
«Nesquik ha aderito alla vendita delle farine di rana. Occhio alle etichette!»
La teoria viene riportata con altre versioni. In questo post il prodotto viene accusato di contenere della farina di insetti:
Ho acquistato questa scatola di nesquik , tornata a casa mi sono resa conto del simbolo che c’era dietro quello della rana. Nesquik con farina di insetti e vaccini mRNA. Ma che schifo
Altri contenuti simili, con altri prodotti, riportano associazioni con la farina di insetti:
OCCHIO….!! si rischia di acquistare FARINA DI INSETTI a nostra insaputa! Controlla il marchio..se c’è una RANA devi sapere che c’è questa farina! A te la scelta!
Il logo della rana
La foto mostra una confezione di Nesquik su cui appare la scritta «orgogliosi di collaborare con» ad introdurre una serie di enti con cui Nestlè si interfaccia per la produzione del prodotto. Tra questi, l’attenzione è posta sul logo che mostra una rana, sostenendo che Nesquik abbia deciso di introdurre farina di rana nella sua ricetta. La presunta notizia è completamente infondata. Quello mostrato è il logo della Rainforest Alliance, che già in passato era stato oggetto di complotti legati ai vaccini.
Cosa indica il logo della Rainforest Alliance
Ad ogni modo, il logo indica semplicemente che il preparato solubile è stato prodotto e certificato utilizzando metodi che supportano i tre pilastri della sostenibilità: sociale, economica e ambientale. Il tutto viene controllato da terzi, in modo da mettere in risalto un eventuale malfunzionamento del sistema. In questo caso, l’attenzione è rivolta soprattutto al cacao, la cui produzione è spesso causa di deforestazione e sfruttamento.
I controsensi della teoria
Ad ogni modo, non è chiaro perché l’azienda dovrebbe mentire ai propri clienti. Il Nesquik è vegetariano e sarebbe vegano se non fosse per la vitamina D aggiunta, che viene estratta dalle pecore, aggiungendo presunta farina di rana, una grossa fetta di clienti potrebbe abbandonarne il consumo. Anche se questa farina fosse presente, perché indicarlo con un logo, ma non negli ingredienti (Zucchero, cacao magro 20.3%, destrosio, lecitine di soia, carbonato di magnesio, pirofosfato ferrico, solfato di zinco, vitamina C, tiammina, vitamina D, sale, cannella, aromi)? Infine, la carne di rana ha un prezzo che si aggira intorno ai 25 euro al chilo. Perché aggiungerla al Nesquik, di conseguenza riducendo il margine di guadagno.
Conclusioni
Circola una teoria secondo cui il Nesquik conterrebbe farina di rana. La presunta prova sarebbe il logo della Rainforest Alliance, che mostra, appunto, una rana. In realtà, questo logo non indica che il Nesquik contiene «farina di rana». Ma semplicemente che il Nesquik è stato certificato come è stato prodotto utilizzando metodi che supportano i tre pilastri della sostenibilità.
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