Le solenni scuse di Elena Basile a Liliana Segre: «Atroce malinteso, non avevo letto le sue parole: spero potrà dimenticare l’offesa»

L’ex ambasciatrice aveva attaccato la senatrice a vita paragonandola ai nazisti, sostenendo si tormentasse «solo per i bambini ebrei, non per quelli palestinesi»

L’ex ambasciatrice Elena Basile ha infine deciso di porgere le sue scuse a Liliana Segre, dopo averla attaccata in un video al veleno in cui sosteneva che la senatrice a vita sarebbe stata tormentata «solo dal pensiero dei bambini ebrei», trascurando la sofferenza di quelli palestinesi. «Anche i nazisti d’altra parte amavano i loro, di bambini: stessa doppia morale», aveva concluso Basile il suo inaudito attacco alla sopravvissuta e testimone di Auschwitz. Salvo accorgersi ora, il giorno dopo, di aver completamente travisato il suo pensiero. La ragione? Semplicemente l’ex ambasciatrice non si era presa neppure la briga di leggere le interviste o ascoltare le parole di Liliana Segre. Parlava per sentito dire. Lo ammette la essa Basile in un intervento pubblicato oggi sul sito del Fatto Quotidiano: «Sono molto spiacente di questo atroce malinteso. Sono stata tratta in inganno da una intervista, letta forse superficialmente, nella quale il giornalista attribuiva dichiarazioni unilaterali alla senatrice Segre». Basile sostiene di non essere preoccupata per la querela annunciata dal figlio della senatrice a vita, Luciano Belli Paci, che liquida come «priva di basi giuridiche». «Mi allarma – puntualizza invece – avere ferito con un paragone inappropriato la senatrice per la quale ho sempre avuto stima per la sua opera di testimonianza dell’esperienza atroce che ha vissuto. Sarei sconvolta al pensiero di averle arrecato dolore».


La sbandata e le solenni scuse

La manovra di Basile diventa un’inversione a U completa, ora che si è presa la briga di consultare le fonti originali: «Mi sono guardata le sue interviste che non conoscevo e le sue parole umane mi hanno commosso. In effetti ha dichiarato in molte occasioni che era triste per la morte dei bambini ebrei e dei bambini palestinesi. Ha anche dichiarato di essere contraria a ogni tipo di vendetta. Sono spiacente per l’accaduto. La mia reazione era contro i doppi standard di una certa stampa con cui ora, meglio informata, so che la Senatrice ha poco a che vedere». L’ex ambasciatrice si cosparge dunque di cenere al cospetto della testimone di Auschwitz: «Chiedo umilmente scusa alla Senatrice se l’ho ferita – conclude Basile -. Non era questa la mia intenzione, anche se ho sbagliato ad agire molto frettolosamente, spinta da un’indignazione che nel caso della Senatrice in effetti non aveva motivo di esistere. Spero che potrà dimenticare l’offesa ricevuta credendo tuttavia nella mia buona fede, che c’è sempre».


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