L’iPhone 14, l’olio e il vino: il figlio di Visco accusato di corruzione e il nome del suo cane che ha aiutato le indagini

Nelle carte dell’inchiesta gli appalti, i favori e i nomi di ministri e politici

Gabriele Visco, 51 anni, figlio di Vincenzo, ex ministro delle Finanze, è agli arresti domiciliari insieme ad altre tre persone (due imprenditori e un avvocato) per corruzione e traffico di influenze illecite, reati legati ad alcuni appalti. I finanzieri hanno sequestrato in via preventiva una somma di 230 mila euro. Visco, in passato, è stato dirigente di Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo, controllata dal Mef. Tra gli altri ai domiciliari c’è Pierluigi Fioretti, imprenditore con una lunga militanza nella destra poi diventato amministratore di Cotral. E ancora Claudio Favellato e l’avvocato Luca Leone. Invitalia ha licenziato Visco all’inizio del 2023.


L’indagine

L’accusa dei pm condivisa dal Gip sostiene che Visco ha sfruttato le sue relazioni all’interno di Invitalia per avere regali e utilità come prezzo della propria mediazione negli appalti. Una gara è al centro dell’indagine: quella per l’edificazione della diga di Ponte Chiauci a Isernia, un affare da 4,3 milioni di euro. Secondo l’accusa Visco si è attivato per avere informazioni per un offerta vincente e in cambio ha chiesto un iPhone 14 del valore di 1.300 euro in regalo. Altri appalti nel mirino riguardano le fogne a Palermo, l’ex Italsider a Bagnoli e alcuni lavori da effettuare nel perimetro del comune di Foggia. In cambio ha ottenuto denaro contante, pasta, olio e vino. Agli atti c’è anche una telefonata tra l’imprenditore Fioretti e Gianni Alemanno, in cui il primo chiede al secondo di organizzare un incontro tra Visco e Nello Musumeci e nell’occasione dice che il figlio del ministro gli «sta a fa’ ave’ i soldi eccetera».


Le intercettazioni

Visco in passato era finito sui giornali per l’acquisto di un appartamento in via Monte della Farina, dalle parti di Torre Argentina a Roma. Lo aveva comprato all’asta dal Comune, che all’epoca era guidato proprio da Alemanno: 155 metri quadri per 915 mila euro. Visco agli imprenditori chiedeva anche favori: «Io lì ho un po’ di tensione, quindi se potete fa’ du telefonate a qualcuno che alza il telefono… chiama il mio amministratore… “Guardate, Gabriele è bravo”… perché sennò io non riesco a occuparmi…a fa’ quello che interessa». Il telefono iPhone, scrive il Corriere della Sera, doveva andare al responsabile di un progetto, ma alla fine è finito in uso alla moglie di Visco. All’avvocato Leone faceva avere consulenze fittizie e con il ricavato pagava le rate della sua Bmw.

Il nome del cane

Ma effettuava anche acquisti online per alimentari e medicini. Oltre a cene al ristorante e alle parcelle per il veterinario del cane. Proprio il cane alla fine è stato decisivo nell’indagine. La password del suo conto rintracciata dalla Gdf era proprio in nome dell’animale: Loulougabriele1.

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