L’Italia e quel riconoscimento dello stato di Israele 75 anni fa. «Bisogna trasmettere a tutti il valore del dialogo»

Le parole di Angelica Edna Calò, insegnante e scrittrice che vive nel Kibbuz Sasa, nell’alta Galilea

Circa 75 anni fa l’Italia riconosceva lo Stato d’Israele. Il riconoscimento era stato perfezionato mediante uno scambio di lettere che aveva avuto luogo a Tel Aviv il 7 febbraio 1949, tra il Ministro degli Affari Esteri israeliano Moshe Sharett e il Console Generale d’Italia a Gerusalemme Giacomo Silimbani. L’allora Ministro degli Esteri Carlo Sforza, con circolare ministeriale datata 14 febbraio 1949, ne dà notizia a tutte le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari. L’Italia repubblicana, nata da quella guerra di liberazione dal nazifascismo cui contribuirono anche i volontari della Brigata Ebraica, riconosce formalmente Israele qualche mese prima dell’ammissione dello stato ebraico alle Nazioni Unite, nel maggio di quello stesso anno.  Appena un anno dopo, con una nuova circolare ministeriale datata 4 febbraio 1950, lo stesso Ministro Sforza informa che il Governo italiano, presieduto sempre da De Gasperi, aveva proceduto in data 19 gennaio 1950 anche al riconoscimento “De jure” dello Stato d’Israele.


Angelica Edna Calò, insegnante, educatrice, formatrice, regista, scrittrice, fondatrice e direttrice artistica della Fondazione Beresheet LaShalom, promuove questo dialogo tra i popoli. Calò vive nel Kibbuz Sasa, nell’alta Galilea, in prossimità della frontiera tra Israele e Libano. È sposata e madre di quattro figli. Calò Livne si propone come obiettivo di vita quello di «trasmettere a più gente possibile il valore del dialogo; insegnare che la gioia vera è saper trovare il modo di far gioire chi si ha intorno; dedicare tutte le energie a disposizione per educare al rispetto, all’accoglienza, al bene e alla speranza; Incoraggiare, consolidare e sostenere chiunque pensi positivamente e per il bene degli altri». «Siamo descritti come mostri, la Shoah non è passata, ma noi siamo ‘or lagoym’ siamo luce per i popoli. Noi siamo qui per difendere Israele con tutti i suoi cittadini: ebrei, musulmani, drusi, cristiani siamo qui per proteggerlo. Israele è l’ultimo baluardo prima dell’invasione della pazzia di DAESH, dell’ISIS: non sia mai che succeda qualcosa In Israele, non c’è più un presidio per l’Occidente», dichiarava non molto tempo fa sul sito Shalom.


(in copertina il presidio pro-Israele convocato dalla comunità ebraica in piazza Castello a Milano, 11 ottobre 2023)

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