Usa, la maxi-truffa dei cateteri che potrebbe costare 2 miliardi di dollari al sistema sanitario

Secondo il Washington Post, l’Fbi ha aperto un’indagine sul caso. Nel mirino degli inquirenti sette aziende produttrici di dispositivi medici

Potrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi di dollari la maxi-frode dei cateteri negli Stati Uniti su cui ora, scrive il Washington Post, indaga anche l’Fbi. A scoprire il presunto scherma fraudolento è stata la National Association of Accountable Care Organizations (Naaco), che ha ricevuto diverse segnalazioni da parte di cittadini iscritti al Medicare, l’assicurazione sanitaria federale per gli over 65 istituita negli anni Sessanta dal presidente Lyndon Johnson. Le segnalazioni riguardavano fatture per cateteri che i pazienti non avevano mai ordinato né ricevuto. Al momento, il caso sembra coinvolgere sette aziende produttrici di apparecchiature mediche, che hanno visto aumentare il numero di fatture da 14 a 406mila nel giro di appena di due anni.


Il Washington Post scrive di aver avuto conferma da fonti anonime che alcuni funzionari federali stanno indagando sulla maxi-frode, mentre l’Fbi non ha potuto né confermare né smentire l’esistenza di un’indagine. A dare impulso all’inchiesta è stata l’attività della Naaco, con il presidente Clif Gaus che sostiene di non aver mai visto nulla di simile. «Dove trovi mezzo milione di nomi e numeri di identificazione dei beneficiari di Medicare? Deve esserci stata una violazione da qualche parte nel sistema sanitario», prova a ipotizzare il presidente dell’associazione. Secondo il Washington Post, ad agevolare il successo della truffa – almeno fino a un certo momento – è stato proprio lo schema adottato dalle aziende coinvolte. In genere, infatti, i cateteri sono poco costosi e questa caratteristica gli permette di sfuggire ai controlli più rigidi previsti per altri dispositivi medici. Ma se ordinati in grandi quantità, come le indiscrezioni di stampa sembrano suggerire, i truffatori hanno comunque modo di ricavare ingenti profitti.


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