La caccia al tesoro degli Agnelli nei paradisi fiscali

L’inchiesta di Torino mette il naso nei conti dell’Avvocato: 14 documenti decisivi

Ci sono 14 documenti che potrebbero essere decisivi nell’indagine sulla famiglia Agnelli. Sono elencati nel decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti. Ovvero i pm che coordinano le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria di Torino della Guardia di Finanza. Nell’inchiesta, nata da una denuncia della madre Margherita, è indagato John Elkann, presidente di Exor. Insieme a lui Gianluca Ferrero, commercialista di famiglia e presidente della Juventus, e Urs Robert von Gruenigen, il notaio svizzero incaricato dell’amministrazione del patrimonio di Marella e dell’esecuzione testamentaria. Cosa cercano i giudici?


I conti dell’Avvocato

I giudici danno la caccia ai beni delle società nei paradisi fiscali. Il Giornale spiega oggi che l’indagine è arrivata fino a Tortola, una delle Isole Vergini britanniche, dove ha sede la Bundeena Consulting Inc. Dell’azienda Marella sarebbe stata la titolare effettiva. Ed è ragionevole ipotizzare che il tesoro dell’Avvocato Gianni Agnelli potrebbe trovarsi in parte lì. Mentre in Lichtenstein potrebbero trovarsi i redditi nelle società estere controllate come la Blue Dragons Ag e la Dancing Tree Ag. L’indagine su Elkann per le presunte violazioni fiscali è partita da un esposto di Margherita. La madre di John, Ginevra e Lapo ha segnalato anomalie negli accordi sull’asse ereditario. E sulla gestione dell’asse ereditario nel patrimonio dell’Avvocato e in quello della moglie Marella Caracciolo.


La dichiarazione dei redditi

Margherita ha infatti versato alla madre 700 mila euro annui alla madre a titolo di rendita vitalizia. Ma quel denaro non compare nelle dichiarazioni dei redditi di Marella degli ultimi tre anni di vita. Su queste cifre la vedova dell’Avvocato avrebbe dovuto invece pagare le tasse. Ovvero 4 milioni di euro in due anni. Mentre la residenza in Svizzera della donna era fittizia, visto che invece viveva a Villa Frescot a Torino. Secondo il decreto di perquisizione John Elkann ha rafforzato «gli intenti criminosi» della nonna. Assumendo alle proprie dipendenze assistenti e collaboratori che hanno prestato servizio da lei. I magistrati ora interrogano i domestici e analizzano voli e visti sul passaporto. Potrebbero arrivare a chiedere rogatorie all’estero.

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