Cgil, Landini si difende su Stellantis: «Non è vero che siamo stati morbidi con gli Agnelli»

Il leader del sindacato: meno tasse ai lavoratori

Nei confronti di Stellantis «trovo singolare accusare di morbidezza la Fiom e la Cgil che sono quelle che si sono battute e hanno pagato prezzi pesantissimi». Lo dice oggi Maurizio Landini, segretario generale del sindacato, rispondendo alle frasi di Carlo Calenda. «Le responsabilità non le hanno i lavoratori, ma chi ha i soldi e chi ha governato e aveva le leve per intervenire. Esigo il rispetto per la Fiom e la Cgil». Che, ricorda Landini, «hanno chiesto già nella crisi del 2010» l’intervento dello Stato «come avviene alla Volkswagen, Renault o Stellantis lato francese. L’abbiamo ripetuto nel 2020 quando Fca chiese un prestito al governo. In ogni caso i sindacati metalmeccanici, unitariamente, hanno chiesto a Stellantis e governo un tavolo per garantire la produzione in Italia e noi li sosteniamo».


Il potere d’acquisto

Il leader della Cgil dice anche che «è importante che anche Banca d’Italia evidenzi la secca perdita del potere di acquisto dei lavoratori e la necessità, di fronte all’aumento dei profitti, di un recupero dei salari. Aumento che è anche una condizione per sostenere i consumi». Mentre il sindacato si batterà su tre fronti: «Il rinnovo dei contratti nazionali che oggi riguardano 12 milioni di lavoratori. Le imprese dovranno mettere mano al portafogli e la proposta del governo di aumenti del 5% non è sufficiente. Occorre recuperare la perdita dell’inflazione che, dati del governo, per il periodo 2022-2024 equivale al 17%». Secondo il leader della Cgil, «i contratti devono avere questa funzione, recupero e difesa del potere d’acquisto. Noi abbiamo chiesto di detassare gli aumenti dei contratti nazionali, ma anche una riforma fiscale che è di segno contrario alla legge delega votata dal Parlamento. Si tratta di sostenere il lavoro attraverso la lotta all’evasione e intervenire sui sistemi di tassazione: in Italia rendita finanziaria e immobiliare sono tassate meno dei salari e delle pensioni».


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