La denuncia di Valeria Fonte: «Riempita di lividi da un finto compagno. Non la passerete liscia»

La divulgatrice ha postato le foto sui social e denunciato la presenza di molestatori anche tra chi professa il suo impegno nella contro la violenza sulle donne

«Gli spazi femministi sono abitati da abuser. Ovunque ci giriamo, nelle piazze, sui palchi e online. Non c’è tregua. La manipolazione è continua. Rimangono intoccabili. Nessuno li allontana, nessuno li caccia. Molti li conosciamo. Alcuni vengono idolatrati e se la menano con i followers fingendosi compagni. L’ultimo “compagno” con cui ho avuto a che fare mi ha riempito di lividi tutto il corpo. Tre giorni fa. Mi vergogno pure a guardarmi allo specchio. Eppure, trovano sempre il modo di galleggiare, in una connivenza generale. Sono avvilita». Il messaggio di Valeria Fonte, divulgatrice femminista specializzata in Italianistica, conosciuta sui social per il suo attivismo contro il linguaggio misogino e le narrazioni tossiche, è corredato dalle foto della violenza. Non c’è il nome dell’aggressore, ma una promessa: «Visto che a fare i vostri nomi ci rimetto solo io, ve lo dico come posso, con la voce che ho: non la passerete liscia. Non fatevi vedere in giro. Sparite. Decostruitevi lontano dalle survivor. Lasciateci in pace». Fonte ha spiegato di essersi avvicinata a questa persona« volontariamente, credendolo innocuo», ma «ha trasformato il mio corpo in un manifesto della sua fragilità. Piena. Piena zeppa di lividi». E, spiega la divulgatrice, di persone così anche tra gli attivisti, ce ne sono molti: «Alcuni occupano senza scrupoli i microfoni che noi usiamo per combattere quelli come loro. Altri continuano a girare silenziosi negli ambienti transfemministi, come se nulla fosse successo. Altri fanno i giornalisti. Altri si occupano di diritti umani. Altri, semplicemente, non possono essere nominati perché hanno dietro una valanga di potere, di avvocati e di soldi. Ti affossano. Ce la fanno sempre». Non è stato facile pubblicare questo post, né le immagini, è lei stessa ad ammetterlo: «C’ho l’ansia a dire le cose come stanno. Ho paura della pornografia del dolore e di tutta quella roba che mi appiccica sulla fronte compassione e stigma». Tra le prime a esprimere la propria vicinanza è Giorgia Soleri: «Grazie per esserti esposta Valeria, che ca**o di dolore e che ca**o di rabbia. Qualsiasi cosa siamo qui, un abbraccio».


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