Nella classe del liceo Made in Italy con un sorteggio, il preside ci ripensa: «Senza volontari, non parte»

Il dirigente scolastico di Crema aveva proposto il sorteggio tra gli studenti che si erano iscritti all’indirizzo economico-sociale. Scatenando la protesta dei genitori

Ci ha ripensato il preside dell’Istituto Munari di Crema, in provincia di Cremona, che fino a ieri 17 febbraio era intenzionato a far partire l’indirizzo del liceo Made in Italy nella sua scuola, nonostante lo avesse scelto un solo studente. Per il prossimo anno scolastico, la classe non ci sarà come spiega Pierluigi Tadi al Corriere della Sera. «Senza adesioni volontarie da parte delle famiglie, il liceo del Made in Italy non partirà. Ma attiveremo due classi del liceo economico-sociale, come richiesto dalle famiglie».


Il sorteggio

Inizialmente Tadi aveva in mente due soluzioni per ovviare alla scarsa adesione sull’indirizzo fortemente voluto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Il dirigente scolastico aveva scritto alle famiglie offrendo la possibilità di cambiare indirizzo volontariamente, dopo essersi iscritti per il prossimo anno scolastico. Altrimenti avrebbe fatto ricorso a un sorteggio, che avrebbe così selezionato 24 studenti necessari per avviare la classe.


Il dietrofront

Quell’offerta però era stata respinta al mittente dai genitori, che non avevano alcuna intenzione di far cambiare indirizzo ai propri figli, né tantomeno permettere che venissero sorteggiati per iniziare un corso di studi che non avevano voluto sin dall’inizio. Tadi spiega di aver scritto ai genitori degli alunni di economia «informandoli che il corso sarebbe andato a morire e che, nel caso, avrebbero potuto trasferire i figli al Made in Italy anche a iscrizioni chiuse. I genitori non hanno accettato e così tutti restano all’indirizzo economico e per il Made in Italy se ne riparlerà».

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