Gratteri «non risponde» su Geolier ma sui rapper con il kalashnikov ha le idee chiare: «Né credibili, né educativi»

Il procuratore di Napoli ha rilasciato un’intervista a La Verità: «La loro narrazione è discutibile»

Preferisce non rispondere sul fenomeno Geolier, secondo a Sanremo con la sua I p’ me, tu p’ te in dialetto napoletano. Ma il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri ha già detto tutto su una certa narrazione delle armi, delle donne, della malavita, contenuta nei testi di molti autori giovanissimi. Lo fa in un’intervista a La Verità, poi ripresa dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, componente della commissione di Vigilanza Rai, che plaude alle parole del magistrato. «Quando penso a Napoli mi vengono in mente Pino Daniele, i fratelli Bennato, James Senese, Enzo Avitabile», dice al giornalista Gratteri, «molti sostengono che quella dei trapper sia una voce di protesta, ma quando assumono atteggiamenti misogini o si fanno riprendere con un kalashnikov in mano non mi sembrano molto credibili o educativi. È una narrazione moto discutibile». Stesso discorso per certa produzione cinematografica sulla vitta dei boss, da Al Capone a El Chapo. «Spesso sfociano nell’epica, facendo diventare eroi dei criminali che non sono mai stati dalla parte dei deboli contro i forti e dei poveri contro i ricchi, come amano far credere»ragiona il procuratore, «certe serie televisive esprimono una mitologia della camorra che si prende tutta la scena, senza un barlume di positività a farle da contraltare». «Il male è seduttivo, molto più del bene. Bisognerebbe avere un concetto etico della scrittura. Non si può scrivere e far finta di non vedere», aggiunge, riferendosi a una responsabilità degli autori che rendono accattivanti le personaltà criminali e il loro stile di vita.


Gasparri: «Amadeus è un cattivo maestro»

«Anni fa Silvio Berlusconi fu aspramente criticato perché ebbe modo di esprimere riserve su alcuni film e su alcune fiction che finiscono per mitizzare le organizzazioni criminali facendo diventare quasi positivi i loro leader, non lasciando spazio ai valori della legalità. Gliene dissero di tutti colori. Ma aveva ragione. Che diranno oggi che le stesse cose le dice, giustamente, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri?», esulta il senatore Gasparri. Il quale poi critica aspramente sia Geolier, sia Amadeus, con una invettiva mirata: «Gratteri ha preferito poi non pronunciarsi sul noto rapper protagonista a Sanremo e oggi salutato da un immeritato successo. Ma la non risposta è una risposta. Certi “non cantanti” rappresentano il peggio della società italiana e diffondono ignoranza e condotte allucinanti. Invece di esibirli nel servizio pubblico televisivo andrebbero mandati in una scuola a meditare sulla loro ignoranza e sulla negatività che diffondono. La Rai dovrebbe fare autocritica a riguardo. Amadeus è un cattivo maestro. Certi rapper sono il peggio dell’Italia».


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