Il grano russo schiva le sanzioni e si prende il mercato italiano: importazioni da Mosca decuplicate nel giro di un anno

Nel 2023 la Russia è diventato il primo fornitore di frumento duro per i produttori di pasta italiano

L’invasione in Ucraina del febbraio 2022 ha fatto crollare gli scambi commerciali tra Russia e Italia. Da allora, l’Unione europea ha colpito il Paese di Vladimir Putin con dodici pacchetti di sanzioni. Tra i prodotti inseriti nella «lista nera» di Bruxelles manca però il grano, che da circa un anno fa registrare statistiche tanto anomale quanto misteriose in particolare per il frumento duro, quello che viene trasformato in pasta. I dati sono impressionanti: le importazioni dalla Russia sono cresciute nell’ultimo anno del 1.164%, al punto che Mosca ha superato anche il Canada come principale fornitore estero dei produttori italiani di pasta. A rendere ancora più curiosa questa statistica, scrive Federico Fubini sul Corriere, contribuisce poi un altro elemento: l’Italia è l’unico Paese Ue dove si è registrata questa crescita. In molti altri Stati – come Spagna, Belgio o Grecia – il frumento duro di importazione russa è quasi del tutto assente.


L’aumento improvviso dell’import

Nel 2023, l’Italia ha importato direttamente dalla Russia 410 mila tonnellate di grano, contro quantitativi quasi inesistenti in tutti gli anni precedenti, anche prima della guerra in Ucraina. Allo stesso tempo si registra anche un’impennata delle importazioni dalla Turchia, sempre a quota 410mila tonnellate nello scorso anno. L’impressione, scrive il Corriere, è che i prodotti importati dalla Russia arrivino non solo come scambio commerciale diretto, ma anche tramite triangolazioni che finiscono per confondere la vera origine del prodotto. A crescere improvvisamente sono anche le importazioni dal Kazakistan, responsabile per 250mila tonnellate di grano nel 2023.


Il dilemma morale per l’Italia

La disponibilità di grano in quantità così abbondante – e spesso a basso costo – ha senz’altro fatto piacere alle aziende italiane. Il grano duro all’ingrosso oggi costa 385 euro a tonnellata, il 30% in più rispetto al 2021 ma comunque in discesa del 7,6% rispetto al luglio scorso. Ad abbassare i prezzi ha contribuito in buona parte il flusso improvviso di grano in arrivo dalla Russia, che rischia però di trasformarsi in un dilemma morale per l’Italia: un Paese che da un lato sostiene convintamente le sanzioni contro il regime di Putin ma dall’altro ha trasformato la Russia nel suo principale fornitore di grano.

Foto di copertina: ANSA/Riccardo Giori | Un campo di orzo a Poggio Renatico, Ferrara (31 maggio 2023)

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