Via libera alle nuove norme Ue sulla qualità dell’aria: dalle polveri sottili al diritto al risarcimento, ecco cosa cambierà

L’accordo tra istituzioni Ue per fissare i nuovi parametri necessari a ridurre e azzerare lo smog

«Healthier for you, better for the environment!», scrive sui social la presidenza di turno del Belgio del Consiglio dell’Ue annunciando l’accordo raggiunto dalle istituzioni di Bruxelles sulla nuova direttiva riguardante la qualità dell’aria. Tra le novità principali del testo, parte del pacchetto «Zero Pollution» messo a punto dalla squadra di Ursula von der Leyen, vi sono limiti più stringenti per gli inquinanti. In particolare, le nuove norme approvate dai Ventisette e dall’Europarlamento per ridurre lo smog – responsabile di 300mila morti l’anno in Europa – prevedono una stretta decisa ai livelli degli inquinanti più nocivi, ovvero le polveri sottili Pm2,5, Pm10 e il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2), nonché il diritto al risarcimento per i cittadini.


Cosa prevede l’accordo

Per quanto riguarda gli inquinanti più nocivi per la salute umana – Pm2,5 e NO2 -, i valori limite annuali dovranno essere più che dimezzati, passando rispettivamente dagli attuali 25 a 10 microgrammi per metro cubo e da 40 a 20 microgrammi per metro cubo, nel tentativo di ridurre di almeno il 55% il numero di morti premature causate dalle polveri sottili. L’accordo arriva nei giorni in cui tra in Italia – al Nord in particolare – cresce l’allerta sulla pessima qualità dell’aria. La Pianura Padana, stando alle parole della presidente di Legambiente Lombardia, ha raggiunto «il picco di una crisi di inquinamento» con livelli di smog che non si toccavano dal 2017. Da metà febbraio infatti le centraline Arpa registrano valori di PM 2.5 e PM 10, le cosiddette «polveri sottili», ben oltre i limiti consentiti dalla legge italiana e più che quadrupli rispetto a quelli considerati sicuri dall’Oms.


Gli indici di qualità dell’aria «chiari, comparabili e accessibili»

I Paesi membri hanno inoltre stabilito la necessità di rendere «comparabili, chiari e accessibili» al pubblico gli indici di qualità dell’aria, attualmente frammentati in tutta Europa, dando informazioni sui sintomi associati ai picchi di smog e sui rischi per la salute per ciascun inquinante. Gli standard di qualità dell’aria saranno inoltre rianalizzati entro il 31 dicembre 2030 e successivamente almeno ogni cinque anni, più spesso se richiesto da nuovi dati scientifici, ad esempio dell’Oms. I governi dei 27 dovranno redigere piani per la qualità dell’aria qualora dovessero superare i limiti imposti e stilare tabelle di marcia dettagliate per la qualità dell’aria entro il 31 dicembre 2028, che definiscano misure a breve e lungo termine per rispettare i nuovi valori limite 2030. I Paesi membri potranno però chiedere di posticipare la scadenza del 2030 fino a 10 anni, se saranno garantite alcune condizioni specifiche. L’accordo raggiunto a Bruxelles inserisce il diritto al risarcimento per i cittadini. Nel dettaglio, chi subisce danni alla salute a causa dell’inquinamento atmosferico potrà essere risarcito in caso di violazione delle norme Ue da parte dei governi nazionali.

Foto copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO | Smog a Milano

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