La russa da anni in Italia, la bottiglietta d’acqua negata e l’indagine interna all’aeroporto di Fiumicino

Cosa sappiamo (e cosa no) sulla vicenda dell’acquisto negato a una cittadina russa al duty free dell’aeroporto di Roma

Lo scorso 18 febbraio 2024, una donna ha denunciato un trattamento discriminatorio nei suoi confronti all’interno del Duty Free dell’aeroporto di Roma Fiumicino. Il racconto è stato esposto in una serie di video pubblicati su Instagram, dove la donna spiega che le dipendenti del negozio avrebbero rifiutato di venderle una bottiglietta d’acqua per il semplice fatto di essere una cittadina russa. Chiedendo spiegazioni, una dipendente avrebbe affermato che non potevano venderle alcunché secondo un fantomatico regolamento del Ministero degli Esteri. Un regolamento che in Italia, ad oggi, non esiste. Un’altra scusa insensata, che sarebbe stata pronunciata da una delle dipendenti, è che tale provvedimento sarebbe stato avviato a seguito dell’invasione russa in Ucraina. La denuncia social ha scatenato l’indignazione degli utenti, i quali si sono rivolti contro la società Aeroporti di Roma S.p.A. (AdR) e successivamente contro la Aelia Duty Free, azienda responsabile del locale situato a Fiumicino. Dalle informazioni raccolte da Open, risulta che tale episodio non sia una notizia falsa o poco credibile.


Lei si chiama Anna Larina ed è un’insegnante di lingua russa e traduttrice da almeno dieci anni in Italia. Titolare del sito Lezionidirusso.it, opera in Italia con regolare partita Iva dal 2013. Larina aveva tutto il diritto di acquistare i prodotti all’interno del Duty Free, soprattutto dato che era in partenza verso un Paese straniero. Lo apprendiamo dal suo canale Telegram, dove ha pubblicato alle ore 20:13 del 18 febbraio – dopo un video e alcuni audio dove racconta la sua disavventura – un messaggio di saluto ai suoi follower avvisando che «l’aereo sta per partire». Una precisazione utile a chiarire alcuni dubbi iniziali che avrebbero potuto far credere che fosse appena atterrata a Fiumicino e cercasse di fare acquisti nel Duty Free a prezzi ridotti. Larina si sarebbe recata presso l’ufficio delle forze dell’ordine situato al di fuori dei gate, fatto che inizialmente ha suggerito che potesse essere appena rientrata in Italia. Nel suo racconto, sostiene di essere tornata rapidamente per andare a prendere il volo, superando di nuovo i controlli grazie all’assistenza di un addetto dell’aeroporto. Una ricostruzione che, come riportato a Open da una fonte a Fiumicino, risulta fattibile.


Le scuse di AdR e Aelia Duty Free

Di fronte allo scandalo e le contestazioni social, attraverso il suo account Instagram ufficiale, la società Aeroporti di Roma ha commentato il video denuncia di Larina con il seguente messaggio:

Gentile Anna, siamo costernati e ci rammarichiamo per quanto le è capitato in occasione della sua permanenza all’aeroporto di Fiumicino. Il comportamento descritto è assolutamente non in linea con gli standard applicati dai partner commerciali di Aeroporti di Roma.
Per quanto possa occorrere, naturalmente confermiamo che non esiste alcuna norma che vieti la vendita di generi alimentari o di beni di qualsiasi tipo a persone con cittadinanza di determinati Paesi.
A tal proposito desideriamo informarla di aver subito trasmesso la sua segnalazione al gestore del duty-free da lei segnalato, che ha immediatamente avviato le necessarie verifiche e prenderà i provvedimenti disciplinari del caso nelle prossime ore.
Le assicuriamo che il rispetto delle persone, delle regole e la cortesia nei confronti dei passeggeri sono inderogabili per ADR, così come lo sono per i suoi partner operativi in aeroporto.
Sicuri che episodi simili non si ripeteranno, la ringraziamo per aver condiviso con noi la sua esperienza e la aspettiamo in occasione di una sua prossima partenza.

A seguire, è intervenuto anche il profilo social di Aelia Duty Free:

Buon pomeriggio Anna, ci scusiamo sinceramente per quanto è avvenuto ieri nel nostro negozio presso l’Aeroporto di Roma Fiumicino. È stato un incidente isolato e stiamo facendo tutte le verifiche necessarie al fine di prendere provvedimenti interni affinché episodi del genere non ricapitino più. Il rispetto delle persone è da sempre un caposaldo del nostro gruppo su cui investiamo quotidianamente. La ringraziamo per aver condiviso quanto accaduto. Sarà nostra cura lavorare maggiormente dove abbiamo sbagliato, affinché tutti possano vivere esperienze positive all’interno dei nostri negozi. La speranza è che tutte le sue prossime esperienze nei nostri store siano positive.

Le critiche di Larina ai messaggi di AdR e Aelia

Larina, notando i commenti delle due società, commenta così sul suo canale Telegram:

Peccato però che non mi hanno chiesto alcun dettaglio per fare le “verifiche”))))
Con chi dovranno parlare? A chi spettano i provvedimenti disciplinari?))). Come individueranno la persona che mi ha parlato?

Il 20 febbraio, Larina pubblica sul suo canale Youtube un video dove racconta l’accaduto con le novità ottenute a seguito del suo arrivo in Russia.

La risposta “finale” di Aelia Duty Free

Al momento, l’ultima parola pare essere quella della società Aelia Duty Free, titolare della gestione del locale accusato di aver discriminato Larina. Ecco il post del 20 febbraio 2024, dove conferma la versione dell’insegnante russa e dell’ingiusto trattamento nei suoi confronti:

Con riferimento a quanto avvenuto lo scorso 18 Febbraio nel nostro negozio Aelia Duty Free presso l’aeroporto di Roma Fiumicino, teniamo a scusarci nuovamente per l’accaduto.

Si è trattato di un mero errore commesso dagli operatori presenti in quel momento alla cassa che sono sinceramente dispiaciuti per l’increscioso episodio.

Confermiamo infatti che non esiste nessuna normativa, né direttiva aziendale o aeroportuale che vieti la vendita di acqua a chiunque, tantomeno a cittadini di nazionalità russa o passeggeri diretti in Russia.

Stiamo assumendo tutte le opportune misure disciplinari nei confronti del personale coinvolto e svolgendo ulteriori campagne di sensibilizzazione verso i nostri dipendenti a garanzia dei clienti e delle centinaia di persone che lavorano in Aelia Duty Free Italia ogni giorno, nella piena attenzione dei valori dell’azienda che condanna e rifiuta senza eccezioni ogni forma di discriminazione.

Il rispetto delle persone è infatti da sempre un caposaldo su cui investiamo quotidianamente. Il nostro impegno ora è quello di continuare a lavorare affinché tali episodi non si ripetano e sia garantita la migliore esperienza nei nostri negozi.

Il dubbio (spiegato) sulla recente creazione delle pagine social

Un elemento dubbioso riguarda le pagine social di Aelia Duty Free. Risultano tutte aperte di recente, come quella Facebook creata appena il 5 febbraio 2024, pochi giorni prima dello scandalo.

Pura coincidenza, da quanto apprendiamo attraverso una conferma dal gruppo Lagardère che gestisce il marchio Aelia: «Confermo che le pagine fanno riferimento alla nostra azienda. Nello specifico la pagina AeliaDutyFree Italia su FB, AeliaDutyFree_ita su IG e Aelia Duty Free Italia su X. Purtroppo non sono ancora verificate in quanto aperte da poche settimane». Ulteriore conferma giunge a Open da una fonte di AdR.

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