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Matteo Salvini e il patto con Russia Unita: «L’accordo tra la Lega e Putin mai sciolto»

matteo salvini patto lega russia unita vladimir putin
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Il leader della Lega rischia la mozione di sfiducia. Ma il Carroccio nega tutto. Cosa c'è scritto nell'accordo e perché è ancora in vigore

«Capisco Yulia Navalny, ma sulla morte di Alexei la chiarezza la faranno i medici, i giudici. Non noi». Bastano queste poche parole a Matteo Salvini per finire nella bufera. E a far tornare a parlare dei rapporti tra la Lega e Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Complice anche un libro: quello del suo ex portavoce Gianluca Savoini. Che dopo l’archiviazione dell’inchiesta sul Metropol ha pubblicato le sue memorie con un titolo evocativo e un sottotitolo ancora più esplicito: “Da Pontida al Metropol. La lunga guerra dei poteri forti internazionali contro la Lega“. Ma nel dibattito politico oggi si parla più del patto stipulato con Russia Unita nel 2017. E che secondo alcuni nel Carroccio non sarebbe mai entrato in vigore. Mentre c’è chi dice che è stato persino rinnovato.

L’accordo

«C’era stato un incontro in cui avevamo firmato un memorandum valoriale, ma gli accordi sono un’altra cosa», ha detto ieri il vicesegretario della Lega Andrea Crippa cercando di minimizzare. Del patto tra la Lega e Russia Unita si è cominciato a parlare lunedì, durante la fiaccolata in Campidoglio per Navalny. Massimiliano Romeo, capogruppo leghista al Senato, nelle more della contestazione subita in piazza aveva detto che l’accordo era decaduto. Il patto è stato firmato il 6 marzo del 2017 tra il segretario della Lega Salvini e i vice Segretario per le Relazioni Internazionali di Russia Unita Zhelezniak. E al punto 8 prevedeva invece un rinnovo tacito per altri cinque anni: «Il presente accordo entra in vigore all’atto della firma dei rappresentanti autorizzati delle Parti e ha una validità di 5 anni. L’accordo è automaticamente prorogato per successivi periodi di cinque anni, a meno che una delle Parti notifichi all’altra Parte entro e non oltre 6 mesi prima della scadenza dell’accordo la sua intenzione alla cessazione dello stesso».

Il rinnovo

Il Foglio ha scritto nei giorni scorsi che il patto non è mai stato sciolto. Anche perché per farlo serviva una notifica di una delle due parti all’altra. Per questo ieri Carlo Calenda durante Porta a Porta è andato all’attacco: «Andate a vedere sui social la fanfara con cui Salvini ha siglato quell’accordo. Facciano vedere una lettera in cui lo hanno disdetto, se lo hanno fatto. Che ci vuole? L’accordo non è che non c’è mai stato, c’è il testo e anche la data di rinnovo automatico. Su questo Crippa sta mentendo. La Lega ha detto che mi querelerà, lo facciano». Il leader di Azione ha anche minacciato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Salvini è al governo, è al corrente di tutte le informazioni di sicurezza e non può essere alleato formale di Putin, che mette l’Europa a ferro e fuoco».

Gianluca Savoini

E poi c’è Savoini. Ha incassato l’archiviazione per il caso dei presunti fondi della Russia alla Lega. Scoppiato dopo la diffusione della registrazione dell’hotel Metropol di Mosca. Ma l’ex portavoce di Salvini nel suo libro li rivendica. E sta facendo il giro del Nord per presentare il volume, anche con Fratelli d’Italia: La Stampa racconta che l’ultima presentazione è stata fatta ad Alessandria ed organizzata da Fabrizio Priano, responsabile della Scuola Regionale di Formazione Politica del partito di Giorgia Meloni. Mentre sul canale Telegram “Italia Unita” il libro viene presentato come una lettura consigliata. Anche il Tg1 lo ha recensito come il libro giusto per fare «chiarezza sui rapporti tra Lega e Russia». Intanto il Capitano è in silenzio. Dopo le dichiarazioni di ieri a Rtl 102.5 ha preferito farsi difendere dai suoi. E di glissare sul patto. Durerà?

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