Un disco, una mostra, i live con Andrea Scanzi: il ritorno dei CCCP

Nel nuovo disco «Altro Che Nuovo Nuovo» anche degli inediti e il pubblico in trepidante attesa per le date estive

Il ritorno dei CCCP – Fedeli alla linea, che a mezzanotte di oggi pubblicano il disco Altro Che Nuovo Nuovo, è una felice sorpresa per tutti, a partire da Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Danilo Fatur e Annarella Giudici, l’ultima autentica formazione, gli ultimi autentici CCCP. Prima della firma con la Virgin aspramente criticata dal pubblico, lo show in Russia insieme ai Rats e ai Litfiba, con il pubblico di militari in divisa in piedi durante A Ja Ljublju SSSR, brano che nel riff di chitarra riprende l’inno sovietico, e la rottura tra Zamboni e Ferretti, che proprio alla fine di quello storico live dirà che la band più in là non sarebbe mai potuta andare. Ma la musica è un percorso pieno di angoli dietro i quali non si sa mai cosa si trova, così succede che in vista del quarantennale della band, appena due anni fa, i quattro si ritrovino a Reggio Emilia per la presentazione del documentario Kissing Gorbaciov, che racconta proprio i retroscena di quel tour russo; e succede anche che un anno dopo i quattro, in occasione di una mostra a loro dedicata nei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia dal titolo Felicitazioni! Fedeli alla linea 1984–2024 – tra l’altro ancora disponibile fino al 10 marzo e già visitata da oltre 34 mila persone – si accorgano di quanto il pubblico senta ancora il bisogno, forse ora come non mai, di quella spudoratezza, di quei lampi di genialità, di quell’illuminazione punk. Così decidono di organizzare, lo scorso ottobre, il Gran Gala Punkettone, ovvero loro, di nuovo sul palco, in un live che è anche un’intervista curata da Daria Bignardi e uno spettacolo teatrale, affidato ad Andrea Scanzi. Ed è proprio Scanzi, ormai specializzato nello storytelling in teatro di alcuni dei più grandi fenomeni musicali della storia del nostro paese, in un video pubblicato sul proprio canale YouTube pochi giorni fa, a svelare che i quattro alla fine di quello spettacolo si sono guardati in faccia ed hanno ammesso che l’alchimia che c’era tra loro, dopo decenni di distacco umano e professionale, miracoli della musica, non si era minimamente scalfita.


E a proposito di miracoli, salta fuori un nastro esposto nella suddetta mostra che dovrebbe contenere il primo live dei CCCP a Reggio Emilia il 3 giugno 1983 nella palestra dell’Arci Galileo. Dentro il nastro – che si pensava fosse irrecuperabile – ci sono addirittura degli inediti, coerentemente con la sregolatezza del punk americano e inglese applicato alla melodia italiana, un metodo che poi farà scuola nel nostro Paese fino a diventare vera e propria scena. Ed è così, miracolo dopo miracolo, che si materializza il nuovo disco, proprio alla vigilia del loro ritorno sul palco all’Astra Kulturhaus di Berlino per tre giorni di speciali live, 24, 25 e 26 febbraio, già andati sold out, dal titolo CCCP in DDDR. Ma attenzione, è sempre Andrea Scanzi, che in Germania sarà nuovamente parte integrante dello show con un suo monologo di una decina di minuti, ad annunciare che la reunion dei CCCP, una delle più evidentemente attese da un certo pubblico, non si limiterà a questi tre show, ma andrà avanti anche in estate e di certo non mancheranno le giuste vetrine in termini di Festival che faranno a cazzotti per rendersi partecipi di quello che suona come un evento storico per la musica italiana. Un questione di strade che si separano e che si incrociano di nuovo, con un tempismo che ha davvero qualcosa di miracoloso, una questione di necessità, in un tempo che non è purtroppo più il loro tempo, un tempo di scorciatoie e diffidenza, specie nei confronti delle tematiche sociali, ai CCCP così care. Una questione di vitalità, che ancora sgorga nella loro idea musicale e sotto le ceneri di un pubblico anestetizzato dall’indifferenza dei suoi interpreti, o forse è solo «Una questione di qualità».


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