In mutande davanti al Cpr, la protesta dei Radicali a Milano: «Condizioni vergognose, il governo li chiuda»

Alcuni attivisti si sono sdraiati seminudi davanti alla struttura di via Corelli: così come fatto due settimane fa da alcuni detenuti dentro il centro

Sei attivisti dell’Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano si sono sdraiati seminudi questa mattina davanti al Centro di permanenza per rimpatri (Cpr) di via Corelli a Milano. Un’azione di protesta e sensibilizzazione alle condizioni durissime in cui sono costretti a vivere i migranti detenuti in quello milanese come negli altri Cpr distribuiti sul territorio nazionale. «Vogliamo rendere evidente a una Milano apatica cosa succede nel suo cuore – hanno detto gli attivisti spiegando il senso del loro gesto – Perché nessuno e nessuna abbia più alibi, nella necessità di portare le voci di chi sta dentro all’esterno, per riempire il silenzio e l’opacità aggressiva che la Prefettura continua a stendere sulla struttura. Le condizioni di degrado a cui sono sottoposti i trattenuti, note da tempo, sono vergognose e inaccettabili». Il flashmob dei Radicali ha ripreso d’altronde il linguaggio del corpo usato da due degli stessi detenuti del Cpr, che lo scorso 10 febbraio si erano denudati nel cortile della struttura, restando in mutande sotto la pioggia. Una protesta estrema contro le condizioni indegne della loro detenzione, in particolare per quanto riguarda cibo e cure sanitarie. Da Milano, la richiesta degli attivisti è netta: la chiusura dei Cpr in tutto il Paese. Iniziativa che chiede il governo assuma anche il consigliere comunale Pd Daniele Nahum, unitosi al presidio, cui hanno aderito anche i gruppi locali di Europa Verde e di Azione U30.


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