Stuprata da 3 atleti al ritiro della FederScherma, la denuncia della giovane campionessa: «Per loro nessuno stop»

Il racconto della schermitrice che accusa tre azzurri della nazionale junior di scherma. L’incubo dopo una notte ad agosto, quando aveva 17 anni

Una giovane promessa della scherma azzurra ha denunciato di aver subito una violenza sessuale di gruppo da parte di tre atleti durante un ritiro della Federscherma a Chianciano Terme, in provincia di Siena. La vicenda raccontata dal Messaggero risale alla notte tra il 4 e il 5 agosto scorso, quando l’atleta, chiamata con un nome di fantasia «Rosa», aveva appena 17 anni. Nella sua categoria era prima nella classifica mondiale, dopo aver iniziato la sua carriera da schermitrice con la maglia dell’Uzbekistan, pur essendo originaria di un altro Stato. La scorsa estate, Rosa ha anche partecipato ai Mondiali che si sono svolti a Milano.


Al ritiro della Federazione italiana scherma c’erano atleti maschi e femmine. Il racconto di Rosa inizia dal risveglio in una camera, dove ci sono con lei tre ragazzi, tutti atleti della nazionale italiana junior. Ce n’è uno ancora sdraiato su di lei, un altro si sta rivestendo, mentre un terzo è nudo che le dorme accanto. I due già svegli avrebbero fatto una serie di battute a sfondo sessuale su di lei, ridendo in modo sguaiato. La ragazza avrebbe provato ad alzarsi, ma fa fatica perché bloccata da forti dolori. Trova la forza e riesce a trascinarsi in camera sua, dove crolla. Là viene soccorsa da una compagna di squadra, con la quale divideva la stanza. Rosa ricorda solo che la sera prima erano andati a festeggiare in un bar davanti agli alloggi degli atleti. Avrebbe bevuto una birra e due shottini, poi non ricorda più nulla. Finché non realizza che cosa sia davvero successo e a quel punto chiama la madre.


Arrivata a Chianciano, la madre della ragazza la porta al pronto soccorso e lì denuncia lo stupro. Poi vanno al Bambino Gesù di Roma per le prime cure. Due giorni dopo la ragazza sta ancora molto male e si rivolge all’ospedale San Giovanni, dove le viene somministrata la pillola del giorno dopo. Sul corpo la ragazza ha ancora ecchimosi e traumi diffusi. Il 9 agosto, la madre di Rosa la porta al commissariato di San Vitale per raccontare che cosa sia successo. Alla ragazza viene anche offerta assistenza psicologica, ma nei confronti degli atleti accusati non parte alcun provvedimento restrittivo. Al momento solo due risulterebbero indagati dalla procura di Siena.

L’avvocato Luciano Guidarelli che assiste la ragazza da ormai sei mesi chiede alla Federscherma di sospendere i due indagati in via cautelare, per evitare all’atleta di incontrare durante le gare chi ha denunciato per averle fatto del male. Ma finora dalla Federscherma non ci sarebbe stato alcun provvedimento. L’avvocato spiega al Messaggero di non essere stato mai neanche ricevuto dai vertici della federazione. Nè sarebbe stato applicato il Codice Rosso da parte dei magistrati per impedire l’avvicinamento degli indagati ai luoghi frequentati dalla persona offesa. La ragazza non sarebbe stata neanche ascoltata fino a questo momento dalla procura di Siena. E nel frattempo ha rinunciato a gare e impegni sportivi, pur di evitare di incontrare chi ha denunciato.

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