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«The New Look», la rivalità tra Dior e Chanel nella Parigi occupata dai nazisti: la serie tv che esplora «un’altra verità»

La serie in onda su Apple Tv, firmata Todd A. Kessler, ripercorre il momento cruciale del Dopoguerra in cui Parigi ha ridato vita al mondo dall’alta moda attraverso i suoi protagonisti

Nella Parigi occupata dai nazisti c’è chi resiste e chi stringe alleanze. Per propri tornaconti o per costrizione. La rivalità tra Christian Dior e Coco Chanel, due icone della moda francese, è al centro della nuova miniserie The New Look di Apple Tv. Un storia di competizione, nata sullo sfondo del Secondo conflitto mondiale, che si intreccia con la nascita dell’haute couture parigina. Lo show – dieci episodi firmati Todd A. Kessler – racconta l’ascesa del visionario Dior, che nel dopoguerra diventerà uno dei più importanti couturier. Ma racconta anche l’antagonismo con la stilista più famosa al mondo Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco Chanel, da più parti accusata di intessere relazioni con i nazisti. Negli ultimi vent’anni documentari, report, libri, tra cui Sleeping With the Enemy, biografia del 2011 dello storico Hal Vaughan, hanno attestato il coinvolgimento della stilista francese con il Terzo Reich. Durante la Seconda guerra mondiale, Chanel svolse – a detta delle varie ricostruzioni fatte da documenti recuperati negli archivi francesi, tedeschi, inglesi e americani – missioni di spionaggio per conto della Germania nazista. Ma andiamo con ordine.


«Esiste un’altra verità che vive alle spalle»

Nel 1955 Christian Dior – interpretato nella serie tv da Ben Mendelsohn – è relatore d’eccezione alla Sorbona, la più famosa università francese. Durante l’evento una studentessa gli chiede come ci si sente ad aver realizzato gli abiti per le mogli dei nazisti nel Secondo conflitto mondiale. Il tutto a discapito anche di Coco Chanel, costretta a chiudere le sue boutique. Inizia, così, il racconto: un flashback fino agli anni ’40, con una realtà ben più complicata di come si presenta. «Esiste una verità, ma esiste un’altra verità che vive alle spalle», risponde lo stilista alla studentessa. Nel 1924 Dior entra a far parte della sartoria Lucien Lelong dove, insieme a Pierre Balmain, diverranno i principali creatori di abiti per le mogli degli ufficiali nazisti. Ma i soldi guadagnati per ogni vestito ideato finiranno nelle casse della Resistenza. In particolare, nelle tasche di sua sorella Catherine Dior, oggi considerata eroina de la Résistance.


Coco Chanel e i legami con il nazismo

Situazione diversa per Chanel, interpretata nella serie da Juliette Binoche. La stilista dichiara a più riprese di disprezzare i collaborazionisti ma viene accusata di avere importanti legami con le autorità naziste. Allo scoppio della guerra, la couturier chiude tutti i suoi negozi tranne uno: la profumeria di Rue Cambon. Con l’invasione nazista di Parigi, Chanel si trasferisce all’Hotel Ritz – all’epoca quartier generale dell’aviazione militare tedesca, frequentato da gerarchi nazisti come Goering e Goebbels – dove conosce il barone Hans Günther von Dincklage, detto Spatz, con cui intraprende una relazione. Dincklag presenta Chanel all’agente tedesco Louis de Vaufreland, che le promette la liberazione del nipote André, imprigionato in Germania. Nel 1940, a 57 anni, Chanel – si legge nella ricostruzione dello storico Vaughan – viene inoltre reclutata dall’Abwehr, il servizio segreto militare tedesco. Da quel momento diventa Westminster, dal nome di uno dei suoi tanti amanti, il duca di Westminster.

Segue infine l’incontro con il capo dei servizi segreti tedeschi Schellenberg (condannato a Norimberga, rilasciato per motivi di salute), un’operazione chiamata «Modellhut» con cui Chanel avrebbe dovuto riferire a Churchill le intenzioni di alcuni importanti esponenti delle SS e il diritto alla proprietà rivendicato sull’azienda Parfums Chanel (dell’iconico profumo Chanel n°5) poiché «ariana» rispetto ai suoi soci ebrei, i fratelli Pierre e Paul Wertheimer. Nel 1944 scappa a Losanna, in Svizzera, per evitare accuse di collaborazionismo. Interrogata da un funzionario dell’intelligence britannica sulla relazione con Dincklage, venne prosciolta dalle accuse grazie all’intervento del primo ministro (e amico) Winston Churchill. Nonostante le prove raccolte nel corso degli anni e che dimostrano il coinvolgimento con ufficiali nazisti, a fine settembre dello scorso anno – in occasione di una nuova mostra su Chanel a Londra – sono stati resi noti alcuni documenti che mostrano come la stilista fosse anche un’esponente della Resistenza francese.

Il post-guerra e l’ascesa di Dior

Negli anni in cui Chanel si assenta dal panorama della moda, Dior si affaccia in passerella con le sue stravaganti proposte. Presenta la sua prima collezione nel 1947 al numero 30 di Avenue Montaigne a Parigi: fianchi imbottiti, vita stretta, tulle. «Un nuovo look», lo definisce Carmel Snow, ex direttore dell’edizione americana di Harper’s Bazaar. Il titolo della serie è infatti un omaggio alla prima collezione primavera/estate di Dior, scrive il Guardian, passata alla storia con il nome di New Look. Il prodotto seriale ripercorre il momento cruciale del 20esimo secolo in cui Parigi ha ridato vita al mondo dall’Alta moda attraverso l’ascesa di Dior, l’universo – andato in crisi – di Chanel e le creazioni degli altri protagonisti della scena parigina. Per il regista Todd A. Kessler quella di Monsieur Dior «è una storia che non era ancora stata raccontata. Per lo stilista era giusto sognare ancora una volta, e mi ha ispirato il fatto che lo abbia fatto attraverso la creazione». Ed ecco che allora la creazione diventa così sopravvivenza. O rinascita, dipende da dove si guarda.

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