Tunisia, fermati tre cooperanti italiani del Cesvi: «Presunte irregolarità sui prelievi in banca»

È stato trattenuto dalle autorità locali anche un altro componente dello staff della ong, fondata a Bergamo nel 1985

Tre cooperanti italiani dell’organizzazione umanitaria Cesvi sono stati posti in stato di fermo in Tunisia, insieme a un altro membro dello staff, nell’ambito di un’indagine su presunte irregolarità relative ad alcuni prelievi di denaro presso una banca locale. Lo ha comunicato la Farnesina, specificando che i tre italiani sono impegnati in alcuni progetti in Libia, Paese nel quale il sistema bancario mantiene una serie di limitazioni e per questo, spesso, chi vi opera si reca in Tunisia quando ha necessità di prelevare denaro. Il fermo è avvenuto alcuni giorni fa e il ministero degli Esteri, attraverso l’ambasciata di Tunisi, ha assicurato fin dal primo momento assistenza ai cooperanti, rimanendo anche in contatto con il Cesvi. Proprio la Ong, fondata a Bergamo nel 1985 con la missione di promuovere i diritti umani e lo sviluppo sostenibile, sta fornendo tutte le informazioni necessarie alle autorità inquirenti per consentire una rapida risoluzione della vicenda, che porti al rilascio delle persone coinvolte.


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