Dossieraggio, Salvini chiama in causa gli ex vertici della Guardia di Finanza: «Voglio sapere se erano al corrente della situazione»

Il leader della Lega torna a commentare con toni pesanti l’indagine della procura di Perugia: «Uno degli episodi più gravi degli ultimi decenni»

«Mi rifiuto di pensare che sia l’iniziativa di qualche singolo. Vorrei sapere se i vertici della Guardia di finanza ne erano al corrente o meno». Continua a tenere banco l’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio di politici e vip italiani. L’ultimo a intervenire è Matteo Salvini, che a margine di un comizio a Pescara torna a descrivere ciò che è emerso dall’indagine come «un problema di illegalità gravissima» e «uno degli episodi più gravi degli ultimi decenni». Non solo: il leader del Carroccio chiama in causa anche le Fiamme Gialle. «Chiedo ai vertici della Guardia di finanza se sapevano: non penso – spiega Salvini – che ci fosse il sottoufficiale che per hobby spiava i conti correnti e dava ai giornalisti delle informazioni. Mi rifiuto di pensare che sia l’iniziativa di qualche singolo». I vertici della GdF a cui fa riferimento Salvini non sono quelli attuali, ma quelli che erano in carica nei periodi coperti dalle indagini della procura di Perugia. In altre parole, quando a guidare le Fiamme Gialle era Giuseppe Zafarana, comandante generale dal 2019 al 2023 e oggi presidente dell’Eni. «Io personalmente farò denunce il più possibile per capire chi spiava e su mandato di chi, e chi ci guadagnava e chi pagava», annuncia Salvini.


Foto di copertina: ANSA/Claudio Peri | Matteo Salvini durante un evento alla scuola di formazione politica della Lega (Roma, 25 febbraio 2024)


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