Don Simone Bruno sulle coppie gay: «La chiesa riconosca il bello di queste relazioni. Ascoltiamo il loro desiderio di unirsi civilmente in matrimonio»

La visione del sacerdote-giornalista: «La famiglia naturale esiste, ma oggi servono più strumenti psico-sociali»

Non ha dubbi Don Simone Bruno sulla sua posizione sull’amore tra coppie gay. Sacerdote, giornalista e psicologo, è in libreria con Siamo sempre una famiglia? Separati, coppie di fatto, nuclei allargati: le nuove prospettive e ieri, durante la presentazione del suo libro in occasione del BookPride di Milano, ha detto la sua. «Non possiamo pensare che la persona omosessuale debba essere accolta e amata unicamente come persona singola, incapace di stringere relazioni di valore. Al pari della persona eterosessuale, la persona omosessuale si innamora, entra in relazione profonda con un’altra persona, stringe legami appaganti, sogna una convivenza dignitosa e capace di assicurare il senso della reciproca appartenenza, della cura per l’altro, della valorizzazione della sua libertà e dei suoi talenti». 


«L’orientamento omosessuale non è una scelta»

In un’intervista al Corriere della Sera, oggi precisa il suo pensiero sul mondo lgbtqia+. «Pur restando saldi ai principi dell’antropologia cristiana, non possiamo più ignorare la realtà delle coppie omosessuali. Ascoltare e comprendere il loro desiderio di unirsi civilmente in un matrimonio, aiuta a non etichettarle superficialmente come “egoiste” o “immature” ma a riconoscere che la tensione verso relazioni stabili, fedeli ed esclusive è universale», spiega a colloquio con Giampiero Rossi. Ci tiene a ricordare quanto assodato da studi biologici e psico-sociali: l’orientamento sessuale non è una scelta. «L’orientamento omosessuale – chiosa – è uno dei uno dei possibili esiti dello sviluppo individuale dell’identità. E quindi, se due persone dello stesso sesso costruiscono un buon legame, prima di far partire le etichette di “siete nel peccato” credo sia giusto cercare e riconoscere il buono e il bello di questa unione tra persone».


Famiglia naturale, diritti civili e Papa Francesco

Don Bruno riconosce che per l’antropologia cristiana esiste una «famiglia naturale», che «si ispira alla sapienza biblica». Al tempo stesso, comprende che «oggi occorrono molti più strumenti psico-sociali per osservare ciò che accade e ci circonda. Infatti, nel libro ho provato a descrivere la varietà, la frammentazione e la pluralità delle forme di famiglia. Ecco, che ci piaccia o no, dobbiamo fare i conti con tutto questo». Quanto al riconoscimento di nuovi diritti civili ci va, però, cauto: «Suggerirei la saggezza che propone di fare un passo alla volta: prima ascoltiamoli. Ma è anche vero che su questo terreno è lo Stato che deve fare il suo dovere». Insomma, una visione aperta ma che, di fatto, è linea con i dettami della chiesa. Egli stesso dichiara: «C’è ancora tanto da fare, ma l’atteggiamento di fondo è quello che Papa Francesco suggerisce alla chiesa universale: accogliere, discernere, integrare».

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