Renzo Bossi sul fratello indagato: «Non lo sento da anni». E sul Reddito di cittadinanza nega: «Mai ricevuto, querelo chi l’ha scritto»

Il sospetto del «Trota» dietro l’articolo di Repubblica che lo tira in ballo alla vigilia del voto in Abruzzo

Nega di aver mai ricevuto il Reddito di cittadinanza Renzo Bossi, l’altro figlio di Umberto che smentisce categoricamente l’indiscrezione di Repubblica, secondo i due figli del fondatore della Lega avrebbero ricevuto il sussidio. Renzo ormai noto come «Il trota» a differenza di suo fratello non è indagato e anche da lui prende nettamente le distanze. Su quel sussidio che secondo Repubblica avrebbe ricevuto per alcuni mesi tra il 2020 e il 2021, Renzo Bossi dice all’Adnkronos: «Io non ho mai fatto alcuna richiesta per avere il Reddito di cittadinanza e quindi non ho mai ricevuto un euro di sostegno, è una cosa che non mi riguarda, visto che lavoro da anni con le mie aziende».


Il fratello Riccardo è indagato dalla procura di Varese per false attestazioni con cui avrebbe ricevuto il Reddito di cittadinanza dal 2020 al 2023. Circa 12mila euro in tutto, sostengono gli inquirenti, come contributo all’affitto di una casa da cui però era stato già sfrattato perché moroso. I due fratelli da tempo non avrebbero più contatti, spiega Renzo Bossi: «Io non rapporti con mio fratello Riccardo da anni, e sono il primo a dire che la giustizia deve fare il suo corso, in caso di reati commessi da chiunque. Anche io nel 2012 ho iniziato un percorso giudiziario che poi è finito in nulla, con un’assoluzione». Il riferimento è alle accuse per appropriazione indebita per il periodo in cui era consigliere regionale della Lombardia.


Dietro però la tempistica sulla chiusura delle indagini per suo fratello, Renzo Bossi vede in qualche modo una strana coincidenza con il voto in Abruzzo di domenica 10 marzo. «Ci troviamo di fronte a un articolo diffamatorio che, guarda caso, viene pubblicato alla vigilia di un voto importante come quello dell’Abruzzo, tirandomi dentro a una vicenda che non mi riguarda affatto, motivo per cui ho già dato mandato al mio legale di procedere per diffamazione nei confronti della testata e dei giornalisti che hanno scritto queste falsità».

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